Les Butteaux e quel ricordo di pietra focaia

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Pierrick Laroche è un giovane produttore basato nel villaggio più a nord della aoc Chablis, Maligny. L’azienda è il Domaine des Hâtes. Dopo gli studi a Beaune e una esperienza in Nuova Zelanda, è tornato alla proprietà familiare nel 2006 con le idee piuttosto chiare. I suoi vini sono cristallini e verticali, l’uso del legno è molto discreto ed accompagna senza sovrastare.

Tra le cose che ho assaggiato volevo segnalare in particolare le Butteaux, un climat che in realtà si trova, come Forêts, all’interno del 1er cru Montmains. Il suolo è tipico di Chablis, la pietra calcarea si trova poco sotto lo strato superficiale di argille bianche e blu, e da questo discenderebbe il distintivo aroma di pietra focaia percossa. (Il clima lì è piuttosto fresco e ventilato, essendo la parte sommitale della collina – butte in francese, da cui il nome.) L’aspetto più cristallino si fonde con la parte più speziata di cannella e pepe bianco. Se inizia piuttosto introverso, si rivela atipico rispetto ad altri 2020, grazie a un finale caldo e ricco, asciutto e vibrante, che riporta il vino sui binari, con ricordi di mandorla e anice. Sembra quasi richiudersi in se stesso, come a presagire una fase di austerità prima di aprirsi nuovamente tra qualche anno.

Chablis 1er Cru Les Butteaux 2020 Domaine des Hâtes
(91/100)

Segnalo anche un buonissimo 1er Cru Fourchaume L’Homme Mort 2020, che profuma di agrumi, mandarino soprattutto, e fiori bianchi. Lungo e voluminoso, ha più frutto e meno mineralità del precedente e un finale di menta fresca.

Chablis 1er Cru Fourchaume L’Homme Mort 2020 Domaine des Hâtes
(92/100)

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