La giornata, splendida, della Cascina Crosa

cascina_crosa_2020_500

In Langa la terra si misura in giornate. Una giornata è poco più di tremilaottocento metri. Se fosse un quadrato, avrebbe i lati di una sessantina di metri. Un fazzoletto. Il 5 gennaio del 1921, Giuseppe Pelissero comprò quattromila metri di terra, poco più di una giornata piemontese, alla Cascina Crosa, proprio sotto la chiesa di Neive. Sessantacinque anni fa ci piantò una vigna di nebbiolo. Le uve andavano in cantina sociale. Nel 1971, il figlio Pasquale imbottigliò da sé la prima bottiglia del vino della Cascina. Oggi su quella pezza di terra ci lavora Ornella Pelissero. “Quando siamo in vigna, sentiamo battere le ore”, racconta. Parla al plurale, perché si occupa della cantina assieme al figlio Simone, enologo. L’azienda agricola è intitolata alla memoria di Pasquale Pelissero. Ho bevuto il Barbaresco Cascina Crosa del 2020 e mi è piaciuto molto. Dovrei parlare al plurale, perché eravamo in tre, e tutti e tre ne siamo stati molto contenti. Abbiamo agevolmente finito la bottiglia. Vino di bell’equilibrio, che vuole la tavola. Il buon vino di Langa è gastronomico. Questo ha profumo di violetta e sa di caramello salato. Il sale rinfresca il sorso e chiama un altro boccone di cibo, un altro bicchiere, un altro po’ di conversazione. Avvolge, coccola e consola. Non posso chiedere di meglio, o di più.

Barbaresco Cascina Crosa 2020 Pasquale Pelissero
(92/100)

In questo articolo