La domanda che ho più volte letto nei giorni scorsi, a margine della partecipazione di centocinquanta uomini e donne del vino all’udienza generale pontificia dello scorso 21 gennaio, era che cosa potesse chiedere, appunto, il mondo del vino a Papa Francesco.
La mia risposta è semplice: niente.
Io credo che quanto si ha la possibilità di incontrare i testimoni della fede ci sia un solo atteggiamento possibile: ascoltare.
Ascoltare, non chiedere. È l’ascolto la grande occasione.
Esiste un dilemma, da sempre, per l’umanità, ed è il senso del nostro passaggio sulla terra. Se la nostra esistenza terrena sia il tutto, oppure se vi sia una dimensione ultraterrena all’esistere.
Anche in questo caso ho una mia personale risposta, che è mia, che è intima. Ma questo non significa che io, come tutti, non possa o non debba continuare ad interrogarmi sul senso e sul significato della vita e del convivere con altre persone.
Ascoltare i grandi uomini della fede è un’opportunità.
L’ascolto.
Che cosa hanno dunque potuto ascoltare i centocinquanta esponenti del vino che il 21 di gennaio sono stati all’udienza di Papa Francesco?
Molto, se hanno avuto orecchie attente e cuore pronto.
Ho letto il discorso del Papa.
C’è almeno un passaggio che col mondo del vino, che è espressione dell’economia, ha molto a che vedere.
Questo: “Posso dire, possiamo dire tutti, che la causa principale della povertà è un sistema economico che ha tolto la persona dal centro e vi ha posto il dio denaro; un sistema economico che esclude, esclude sempre: esclude i bambini, gli anziani, i giovani, senza lavoro… – e che crea la cultura dello scarto che viviamo. Ci siamo abituati a vedere persone scartate”.
Avranno saputo, le donne e gli uomini del vino, ascoltare queste parole di Papa Francesco?
Me lo auguro. Glielo auguro.
Se un senso aveva la loro partecipazione a quell’udienza in vaticano, questo era, probabilmente, il senso.
Non ne ho, purtroppo, trovato traccia nei commenti che sono seguiti a quell’incontro.
Spero che la traccia sia rimasta nelle menti, e nei cuori.
Spero che la persona sia sempre al centro dell’azione delle donne e degli uomini del vino.
Il vino è espressione delle persone. Il mondo del vino non può dimenticarlo, mai. Può e deve farsene, anzi, testimone.
2 comments
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Ambra
ti leggo sempre volentieri Angelo, in questa occasione devo dirti grazie
luigi
Grazie e penso l’invito che dobbiamo raccogliere è di guardare il mondo con sguardi diversi e chi come noi ama i buoni frutti della terra non li faccia diventare delle nuove divinità o degli spazi per pochi.