I francesi lo chiamerebbero senso del terroir

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Quel che speri e che ti aspetti è di avvertite il mare, che c’è, stagliato all’orizzonte, dietro i vigneti, e c’è effettivamente anche dentro al bicchiere, con una sapidità che raffresca il sorso e ingolosisce la beva. Quel che non ti aspetti è il giardino fiorito, che ha tracce delle rose di maggio, quando il vino è in giovane età, e poi integra la camomilla in fiore, quando l’età del vino incomincia ad avanzare. Nel mezzo, la macchia mediterranea, con il mirto e il cisto e il rosmarino e l’olivastro. Maremma. Quella parte della Maremma dove si fa il Morellino di Scansano. Quella parte del Morellino di Scansano che si fa alla Fattoria Le Pupille di Elisabetta Geppetti. Lei, la vignaiola, sul sito aziendale si presenta così: “Questa terra è la mia scelta di vita, come fare vino è il mio mestiere da sempre” e qui c’è già dentro tutto quel che conta, ossia la persona che vive in un territorio singolare e che quel territorio lo interpreta nei vini che produce. I francesi lo chiamerebbero senso del terroir, ed è il fulcro attorno al quale ruota il vino che abbia esso stesso un senso. Non serve aggiungere altro, in fondo.

Ho avuto modo di assaggiare le due versioni del Morellino di Scansano che si producono alla Fattoria Le Pupille e anche quel sangiovese che non è nella denominazione. Il vino giovane del 2022, in procinto di uscire, ha beva e già parla la lingua della sua terra. Il Morellino di Scansano Riserva è del 2020, e qui l’indole insieme marina e terragna è già in bell’evidenza, e si gioca la carte dell’eleganza del tannino, anche se la giovinezza è tuttora scalpitante. Poi c’è il sangiovese che esce sotto l’igt Toscana, il Poggio Valente, che è proprio un bambino, ma è uno di quei bimbi che vedi tirare calci al pallone nel campetto dell’oratorio e capisci che ci sanno fare. In tutti, il sale, la macchia mediterranea, le rose in bocciolo, in quote crescenti a seconda del vino.

Poi, la Syrah. Ne scrivo con l’articolo al femminile, come fanno nella Valle del Rodano. Alle Pupille, invece, usano il maschile. Chi mi legge si senta libero di usare il genere che preferisce, perché l’importante non è la nomenclatura, bensì il vino, che si chiama Le Pupille ed esce anch’esso sotto l’igt Toscana. Mi si può chiedere che cosa c’entri una Syrah col Morellino di Scansano. C’entra e non c’entra. Non c’entra per il vitigno, è ovvio, e invece c’entra per l’indole territoriale. Avete presente quel che ho detto e ridetto qui di sopra a proposito delle piante mediterranee e soprattutto dei fiori e del sale? Ecco, lì dentro ci sono, a sancire l’appartenenza al luogo, prima ancora che alla varietalità. Com’è bene e sacrosanto che sia.

Morellino di Scansano 2022 Fattoria Le Pupille. Agile, scattante, da compagnia. (84/100)

Morellino di Scansano Riserva 2020 Fattoria Le Pupille. Elegantemente mediterraneo. (90/100)

Toscana Rosso Poggio Valente 2020 Fattoria Le Pupille. Quintessenza del territorio maremmano. (91/100)

Toscana Syrah Le Pupille 2018 Fattoria Le Pupille. Già pronto, segno distintivo la finezza. (88/100)

Toscana Syrah Le Pupille 2019 Fattoria Le Pupille. Tenetelo d’occhio, sorprenderà alla distanza. (94/100)