Ci sono, meraviglie così, basta essere curiosi

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È andata così. A fine novembre dell’anno scorso ero a Piacenza al Mercato dei Vini dei vignaioli indipendenti della Fivi. Cercavo un Moscato d’Asti, perché sono un bevitore di Moscato d’Asti, che secondo me è un vino straordinario, ma ancora molto sottovalutato. Solo che non avevo pianificato un acquisto specifico. Cercavo qualche cosa che non conoscessi già. Dunque mi aggiravo nei corridoi guardando se qualcuno esponesse una bottiglia di Moscato d’Asti che mi fosse nuova.

Passo davanti al banchetto dell’azienda agricola La Badia e vedo che hanno un Moscato d’Asti che non ho mai bevuto. Bingo! Chiedo di assaggiarlo, è buono, lo acquisto. Mi accorgo che hanno anche un espositore che parla della denominazione di Calosso. Siccome non ho mai bevuto un Calosso, domando di provarlo. Buono anche questo. Altro acquisto. Sto per andarmene e intravedo un Vermout rosso. A me il Vermouth rosso piace molto, quando non esagera con lo zucchero e la dolcezza è bilanciata dalla vena amaricante delle essenze officinali. Nuovo assaggio, nuovo acquisto. Faccio per andarmene, ma il vignaiolo allo stand mi esorta a provare anche il Vermouth bianco, perché a suo dire è quello più caratteristico delle sue parti. Insomma, quello fatto come tradizione. No, niente assaggio, è tempo di lasciare la fiera. Mi fido del fatto che gli brillano gli occhi, mentre ne parla. Altra bottiglia nello zainetto.

Benedetta quella volta che mi sono fidato e, insieme, maledetta quella volta che ne ho comprata una bottiglia sola. Perché, adesso che finalmente ho stappato quell’unica bottiglia, dico che questo è uno dei Vermouth più buoni che io abbia mai bevuto. Dico di più, e cioè che questo è uno degli acquisti migliori che possiate fare da un vignaiolo italiano. Fidatevi, sto parlando di un vino aromatizzato che è un modello di equilibrio. Uno di quei vini fortificati che stanno bene prima di mangiare e dopo aver mangiato e, con i piatti giusti, perfino mangiando, anche se qualcuno può storcere il naso di fronte a un simile abbinamento. Se esagero? Nossignori. L’ho provato con una sopressa trevigiana: splendido.

Ci sono, queste meraviglie, nelle cantine d’Italia. Ci sono e non le sappiamo apprezzare del tutto, perché troppo spesso inseguiamo stereotipi e magari, come me, non ci soffermiamo a conoscerle. Ci sono e per trovarle basta essere curiosi. Oppure fidarsi di un vignaiolo che quando te ne parla gli brillano gli occhi.

Vermouth di Torino Bianco Caelestia La Badia
(98/100)