Se in quest’ultimo scampolo di stagione estiva vi capitasse di partecipare a qualche fiera di paese in provincia di Verona, di Padova o di Vicenza, date un’occhiata per vedere se c’è il chioschetto mobile con su l’insegna squillate di “Pepi Dora, la patata fritta dal cuore veneto” e, sotto, il disegno di una buffa patata occhiuta, con camicia a scacchi, bretelle, cappello di paglia e forcone. Be’, se lo individuaste, il furgone friggitoria, andateci dritti filati, perché delle patate fritte così buone le trovate solo nelle friggitorie belghe.
A produrre le patate, che vengono affettate (con la buccia) e fritte nello stand semovente, è un consorzio di agricoltori della pianura alluvionale di confine tra le province di Verona, Vicenza e Padova, terra molto buona per coltivarci le patate e per l’ortofrutticoltura in generale. Si chiama Consorzio dal Cuore Veneto ed è nato non molti anni fa, con l’obiettivo di dare valore alla produzione locale, affrancandola dalle logiche strettamente di prezzo della competizione globale. La sede è a Montagnana, cittadina della provincia di Padova, che è contornata da un’ammirevole cerchia muraria, completata nel Trecento dai Carraresi, e che produce anche un eccellente, seppure ancora poco noto prosciutto crudo, sotto le insegne della dop Veneto Berico Euganeo.
Per far conoscere le patate della zona, i consorziati hanno ideato il furgoncino con la friggitrice, e io, che sono ghiotto di patate fritte, benedico la loro decisione. Tant’è che nelle sagre veronesi, padovane o vicentine, la prima cosa che guardo è se c’è Pepi Dora. Se c’è, non me le lascio scappare. Anzi, doppia porzione.