Va rivisto il rapporto tra Amarone e Ripasso

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È arrivato il momento di rivedere il rapporto tra Amarone e Ripasso, in Valpolicella. L’ho scritto ai primi di settembre, nei giorni delle polemiche sulla vendemmia a venire e lo ripeto ora. Anche perché c’è una novità, ed è che non sono più il solo a dirlo. E chi lo dice conta parecchio nella filiera valpolicellese, e dunque la sua opinione vale più della mia, che molto probabilmente non ha neppure letto.
Andiamo con ordine.
A settembre sostenevo che la regola matematica del rigido rapporto uno a due fra quantità di Amarone e quantità di Ripasso regge nelle annate normali, ma che in quelle difficili non sta in piedi. Dicevo anche che nelle annate difficili il Ripasso potrebbe trovar giovamento dalla minor produzione di Amarone, destinandogli uve che altrimenti andrebbero al fratello maggiore.
Ora ecco la novità. Daniele Accordini, direttore generale della Cantina Valpolicella Negrar, è entrato in argomento. Con un’affermazione che pare paradossale, ma che tale non è: l’Amarone è “condannato alla produzione” per fare il Ripasso. “In annate difficili come il 2014 – si chiede Accordini -, è giusto produrre Amarone pur di ottenere il Ripasso per soddisfare il mercato?”
Spiega Accordini: “È un dato di fatto: il successo della nostra denominazione converge sempre più sul Ripasso, vino figlio della Valpolicella e dell’Amarone”.
Aggiunge che “in questo contesto, di grande popolarità per il Ripasso e di posizioni mantenute per l’Amarone, arriva l’annata 2014, una delle più difficili per l’Italia e così pure per la Valpolicella, che ha dovuto ridurre la percentuale di uve destinate all’Amarone, riducendo, di conseguenza, la produzione di Ripasso”.
E prosegue con alcuni interrogativi: “A questo punto è doveroso porsi qualche domanda: è giusto o giustificato produrre Amarone in annate difficili pur di ottenere il Ripasso? Qual è la strada da percorrere per conservare e promuovere il successo del Ripasso senza compromettere il valore internazionale dell’Amarone, che va sicuramente difeso anche da possibili scelte che, magari, non guardano alla qualità dell’annata e dei vini ottenibili?”
Il direttore generale della cantina sociale valpolicellese afferma poi, quasi citandomi (dico “quasi” perché evidentemente non figura tra i miei lettori, ma non pretendo tanto), che è “doveroso un momento di riflessione per i produttori della Valpolicella”. Proprio quel che scrivevo in settembre, ben prima della vendemmia. Di mio, torno a dire che si possa e si debba aprire una riflessione sul concetto stesso di Ripasso.
Domando nuovamente: e se invece di fare il Ripasso con una rifermentazione sulle vinacce dell’Amarone lo si producesse “anche” con un appassimento breve delle uve? Ripeto: credo che in annate come il 2014 le uve potrebbero giovarsi parecchio di un’asciugatura di – che so – venti giorni, e questo probabilmente darebbe modo di produrre un Ripasso gratificante sia in termini di contenuto organolettico, sia in termini di bevibilità. Anzi, probabilmente migliore.
Insomma, torno a chiedere: la correlazione stretta Amarone-Ripasso è un postulato invalicabile, oppure è una convenzione che si può mettere in discussione?
Io ritengo che si possa e si debba mettere in discussione.


5 comments

  1. Alberto

    e se invece di fare il Ripasso con una rifermentazione sulle vinacce dell’Amarone lo si producesse “anche” con un appassimento breve delle uve?
    -No, che ripasso sarebbe…verrebbe un “appassimento” come lo chiama qualcuno
    Io ritengo che si possa e si debba mettere in discussione.
    -Secondo me no, annata negativa, si rinuncia e si segue la strada della serietà

  2. #angeloperetti

    #angeloperetti

    @Alberto, invece io ho l’impressione che oggi esistano troppi vini che poggiano sull’appassimento, e che dunque il quadro vada semplificato. Ci sono l’Amarone, il Recioto, il Valpolicella Superiore da appassimento breve, il Ripasso, gli igt da appassimento. Riservare il Superiore alle uve fresche dei cru, lasciando al Ripasso gli appassimenti potrebbe forse aiutare a semplificare un po’ il quadro.

  3. Marinella

    Ciao Angelo, le tue considerazioni sono esatte ma RIPASSO è un vino che viene ripassato sull’Amarone, tanto è stato fatto per questo nome, registazione , protezione, contenziosi, si è cambiato il disciplinare per dargli DIGNITA’ e controllarne i flussi sul mercato.
    Esiste già un vino che non è ripasso, regolato dal disciplinare ed è il VALPOLICELLA sia DOC che Superiore.
    Un disciplinare serio e di rigore non cambia le regole al variare delle annate.
    Il 2014 è stato quello che è stato, facciamo tutti meno Amarone e meno Ripasso.
    Ma se tanti vini poggiano già sull’appassimento andiamo a fare un altro vino con Appassimento BREVE?
    Dovremmo vedere il nostro disciplinare nel lungo periodo…almeno 15 vendemmie e poi si faranno le dovute considerazioni ed aggiustamenti, niente è mami definitivo.
    MA dobbiamo prendere con Cura le nostre decisioni, riflettere con cura sulle conseguenze……

  4. #angeloperetti

    #angeloperetti

    @Marinella. Vero. La fretta non è mai una buona consigliera. Ma anche non pensare al futuro è un errore. Soprattutto, non vedo come la Valpolicella possa guardare ad un futuro da primadonna senza valorizzare i propri cru, e questo a mio avviso non può avvenire con l’appassimento. Ergo, qualcosa va liberato, e potrebbe essere il Superiore, slegandolo dall’appassimento e dal Ripasso. Una riflessione va fatta, non fosse altro perché in Valpolicella ci sono migliaia di famiglie che vivono di viticoltura.

  5. ANTEPRIMA AMARONE 2011: TERZA PARTE | Claudio Serraiotto

    […] “È arrivato il momento di rivedere il rapporto tra Amarone e Ripasso, in Valpolicella. L’ho scritto ai primi di settembre, nei giorni delle polemiche sulla vendemmia a venire e lo ripeto ora……A settembre sostenevo che la regola matematica del rigido rapporto uno a due fra quantità di Amarone e quantità di Ripasso regge nelle annate normali, ma che in quelle difficili non sta in piedi. Dicevo anche che nelle annate difficili il Ripasso potrebbe trovar giovamento dalla minor produzione di Amarone, destinandogli uve che altrimenti andrebbero al fratello maggiore…..Domando nuovamente: e se invece di fare il Ripasso con una rifermentazione sulle vinacce dell’ Amarone lo si producesse “anche” con un appassimento breve delle uve? Ripeto: credo che in annate come il 2014 le uve potrebbero giovarsi parecchio di un’asciugatura di – che so – venti giorni, e questo probabilmente darebbe modo di produrre un Ripasso gratificante sia in termini di contenuto organolettico, sia in termini di bevibilità. Anzi, probabilmente migliore.  “http://www.internetgourmet.it/va-rivisto-il-rapporto-tra-amarone-e-ripasso […]

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