Un cabernet franc della Loira buono e facile da bere

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Se ogni tanto vi siete imbattuti in un mio articolo, vi sarete forse accorti che sono un sostenitore ad oltranza del cabernet franc. Però non uno qualunque. Ma quello che si produce in Francia, e in particolare nella Loira.

Il cabernet franc è considerata una varietà bordolese, ma da quelle parti quasi nessuno ha pensato di imbottigliarlo in purezza, ed è un peccato, anche se leggendo qua e là sembra che molte cantine lo stiano piantando perché apporta freschezza. Ecco, prima di introdurre varietà che poco quagliano con la regione, o peggio ancora gli ibridi, forse sarebbe il caso di pensare al franc, ma direi anche al malbec e al petit verdot.

Torniamo alla nostra Loira. Il domaine de L’R è stato fondato da Fred Sigonneau nel 2007 a riconvertendo le vigne appartenute alla famiglia. Il personaggio è colorito e sprizza simpatia. Largamente ispirato al movimento dei vini naturali, Fred è tra i produttori più interessanti della regione e soprattutto per i suoi rossi. Questo vino è secondo il suo autore antidepressivo, un piacere da bere senza moderazione. Spontaneo lo è senz’altro. Passata l’iniziale riduzione è una esplosione di frutta con un sottofondo minerale e di fiori.

Le vigne di cabernet franc hanno tra quarantacinque e sessantacinque anni e non vedono alcun prodotto chimico. L’assenza di legno aiuta l’espressione del frutto e ci restituisce un liquido che, pur dotato di una buona concentrazione, si inserisce nel filone dei vini da bistrot. Quelli facili da bere, non troppo complicati. Quelli insomma da bere e non da degustazione.

Chinon Le Canal des Grands Pièces 2019 Domaine de L’R
(90/100)

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