Tempo al tempo

verdure

La cosa che mi porta via più tempo in assoluto è la cucina, anzi, i preparativi per i pasti e, in particolare, le verdure. Durante la gravidanza, mentre alcune mamme allestivano camerette chiccose e lettini super carini, io mi sono riempita di libri e quaderni, e mi sono rimessa a studiare. Mentre scrivo, rido, perché quando Gaia è nata, non avevo preparato ancora la culla. È vero che ha anticipato la nascita di quindici giorni, ma è altrettanto vero che avevo ancora troppi libri da leggere e volevo finirli tutti. Naturalmente non ci sono riuscita e alcuni li sto leggendo ora. Tra questi, tanti avevano come argomento l’alimentazione complementare a richiesta o autosvezzamento perché non mi è mai piaciuta l’idea di nutrire Gaia con pappette o brodini insulsi, talvolta anche privi di nutrienti. Il “si è sempre fatto così” per fortuna con me non attacca. Prima di imparare a nutrire lei, però, ho ritenuto importante comprendere come impostare una sana alimentazione per tutta la famiglia e mi sono rivolta ad una biologa nutrizionista che mi ha guidato fino a quando mi sono sentita sicura di procedere da sola. Perché le verdure mi impegnano tanto? Perché ogni pasto è composto, in ordine di portata, da verdure crude, carboidrati e proteine, e verdure cotte. Ho la fortuna di essere circondata da agricoltori e contadini dai quali mi rifornisco. Proprio in questi giorni stiamo mangiando un radicchietto cicorino che devo lavare una foglia per volta perché c’è terra e anche qualche lumachina. Al cavolo nero tolgo la fibra centrale. I finocchi li apro per togliere i residui di terra, e così via. La scelta di un’alimentazione che sia più sana possibile richiede tempo, però è tempo speso per un motivo prezioso.