Il sorprendente vermut dei monaci di Assisi

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Conosco Maddalena Mazzeschi perché si occupa della comunicazione di alcune aziende vinicole. Qualche settimana fa mi ha molto incuriosito e soprattutto ingolosito parlandomi non già di un suo cliente, bensì del vino e del vermouth prodotto dai monaci di Bose, che hanno una comunità ad Assisi, presso il monastero di San Masseo. Ho voluto approfondire.

San Masseo è un monastero benedettino quasi millenario. È ai piedi di Assisi, tra la piana e le mura cittadine. Caduto in oblio, è stato gradualmente ripristinato dalla comunità monastica di Bose, che l’ha fatto tornare un luogo che unisce la preghiera e il lavoro, la meditazione e la cura della campagna. Un avamposto dell’accoglienza, che apre le porte a chi cerchi la pace, qualunque sia la sua fede e la sua chiesa. Il vino unisce, affratella, favorisce l’armonia della vita comune. È al centro del convivio, del vivere assieme. Il ruolo del vino dovrebbe sempre essere questo, esattamente questo. La condivisione è il fondamento stesso del fare vino e del berlo.

Le vigne di San Masseo sono piantate a grechetto e uve rosse, coltivate secondo i canoni dell’agricoltura biologica, e i vini ne hanno la certificazione. Ho assaggiato il Grechetto che esce sotto la doc Assisi e il vermouth – anzi, il vermut, come si legge in etichetta – che viene realizzato a partire da quello stesso Grechetto.

L’Assisi Grechetto che ho bevuto è figlio della vendemmia del 2022. È un bianco semplice, leggermente indorato nella tonalità, con toni di mele farinose di varietà antiche e di fiori gialli essiccati. Sta con il cibo, è compagno non pretenzioso della tavola. Servito alla temperatura ambiente, anziché freddo, mi vien da dire che sta quasi con tutto. Io l’ho messo su una pasta con il pomodoro fresco tagliato a cubetti e poi su un pezzo di pane col formaggio, e andava bene.

Il vermut che se ne ricava – oh, il vermut! – è tra i migliori che ho mai bevuto. La componente amaricante proviene, come da prescrizione, dall’artemisia, nelle varietà pontica e dell’assenzio, e dal ginepro comune. Vi si sommano le fragranze delle botaniche mediterranee, la maggiorana, il timo, la melissa, la salvia. A me ha colpito soprattutto il suo richiamarsi aromaticamente alla buccia dell’arancia sanguinella e all’afrore officinale della macchia mediterranea e perfino a un cenno di essenza che sprizza dalla pelle del limone. La parte amara e quella dolce si mantengono in reciproco, solidale equilibrio. L’alcol è al diciotto per cento, ma non prevarica il sorso. Lo vedo perfetto sia come aperitivo, sia come dopo cena. Nella miscelazione è certamente a proprio agio, ma per parte mia continuerò a berlo liscio, senza nemmeno raffrescarlo.

Sono andato a vedere sul sito di Agribose, la società agricola del monastero di Bose, che ha un ecommerce dal quale in passato avevo acquistato varie confetture di ottima qualità. Il Grechetto viene 7 euro, il vermut 15.

Di questa insperata, inattesa scoperta sono molto grato a Maddalena. Anche ai monaci, ovviamente.

Grechetto Assisi San Masseo 2022 Agribose
(82/100)

Vermut San Masseo Agribose
(95/100)