Ecco come si fa a capire il vino americano

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In Italia persistono forti e immotivati pregiudizi sui vini statunitensi, tuttora tacciati di essere iper concentrati (i rossi) e super legnosi (i bianchi). Non è così. Nelle molte articolazioni geografiche della California, nell’Oregon, nello stato di New York e in quello di Washington si stanno producendo vini di straordinaria finezza e dinamicità; vini da un lato sempre più territoriali e dall’altro sempre più liberi nel pensiero e nell’esecuzione.

Però, chi volesse avvicinarsi ai “nuovi” vini americani, si trova di fronte a due problemi. Il primo è che raramente questi vini approdano in Italia o in Europa, e dunque è molto difficile procurarseli. Il secondo è che comunque molto spesso hanno prezzi abbastanza impegnativi. Per fortuna, esiste anche una perfetta opportunità per leggere, approfondire e magari scegliere bene fra i vini statunitensi: è la guida Slow Wine USA, di cui è da poco uscita l’edizione 2024, coordinata da un’eccellente scrittrice di vino, Deborah Parker Wong, che ho la fortuna di conoscere, e da Pam Strayer; con loro, c’è ovviamente Giancarlo Gariglio, che cura da sempre Slow Wine Italia.

Consiglio vivamente la consultazione di questa guida (è in inglese) a chi volesse capire meglio quel che sta succedendo nel vino degli Stati Uniti, a chi fosse intenzionato ad avventurarsi in ricerche per l’acquisto di vini su internet e anche – e soprattutto – a chi si recasse negli Stati Uniti per lavoro o per vacanza e fosse interessato a scegliere una buona bottiglia in un ristorante o in un wine bar. Qui si va sul sicuro, lo confermo per esperienza, e ci ci trovate le schede di quattrocento ottime aziende; considerato che per ciascuna cantina sono indicati tre vini, avete a disposizione milleduecento opzioni. Chi non si preparasse in anticipo alla ricerca di qualcosa di ottimo da bere, vorrà dire che, stando al tavolo, tirerà fuori il volumetto cartaceo, o ne aprirà la versione elettronica, nel mentre consulta la lista dei vini. Altrimenti è davvero difficile orientarsi.

Dalla consultazione e dalla lettura vi renderete conto, soprattutto, di quanto sia sfaccettato il panorama dei vini americani e di come si stia rapidamente trasformando. “Dalle nostre visite nel 2023 a 400 aziende vinicole negli Stati Uniti – scrivono nell’introduzione Pam Strayer e Deborah Parker Wong – sono emersi due temi: la resilienza climatica e la diversità in tutte le sue molteplici forme“. Dal lato della lotta al clima ostile, i vignaioli americani stanno adottando pratiche agricole sempre più rigenerative: per esempio, cambiano i portinnesti, piantano varietà che resistano al calore, passano in massa al biologico, investono sull’energia solare, vanno in campagna con i trattori elettrici. Ma un altro grande cambiamento concerne la diversità: ci sono famiglie coreane e indiane che sono diventate proprietarie di aziende vinicole, portando con sé nuovi abbinamenti tra cibo e vino, i professionisti di colore o di origine ispanica sono sempre più numerosi e autorevoli nel mondo del vino, i giovani vignaioli non hanno preconcetti, e piantano vitigni che vengono da tutto il mondo.

Dunque, buttiamo alle ortiche le nostre assurde fisime stantie rispetto ai vini americani. Di là dell’oceano c’è un sacco di talento da scoprire, La Slow Wine Guida Usa è lo strumento perfetto per tuffarsi in questa piacevole avventura.

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