Che mi ricordi, non c’è mai stata una volta che siano stati i francesi a inseguire noi italiani, in fatto di vino. Invece stavolta sono loro che vogliono copiarci. Indovinate che cosa ci vogliono imitare? Vogliono copiarci il Prosecco Rosé! Noi qui a sbrindellarci i cabasisi con le nostre polemiche paesane e loro, quelli dello Champagne e dei Crémant, sono li che guardano al Prosecco Rosé con la bava alla bocca. Per una volta almeno potremmo tornare a vantarcene come quando Bartali gli faceva mangiare la polvere al Tour de France, “tra i francesi che si incazzano e i giornali che svolazzano”, come diceva Paolo Conte.
Attenti, non è che guardino al Prosecco Rosé per fare un prodotto di basso profilo. Nossignori, lo ritengono la maniera per fare un “upmarket” dei loro rosé, per puntare più in alto in termini di posizionamento. Vitishpere titola proprio così, ‘Prosecco from Provence’ aims to help move rosé upmarket.
Lo spunto glielo dà il comunicato stampa di un’azienda del Luberon. Avete presente i posti dove hanno girato il film “Un’ottima annata”? Ecco, il Luberon è quel posto lì. Ebbene, il Domaine de Fontenille, che sta nel Luberon e appartiene a un gruppo che ha cinque hotel di alto livello, ha comunicato al mondo che è “orgoglioso di presentare Les Impatients, il primo Prosecco della Provenza, annata 2019”. Un abuso? Certo che lo è, e quelli di Fontenille lo sanno bene e anzi lo dicono chiaro e tondo: “Non abbiamo diritto di chiamarlo così legalmente, lo sappiamo. L’obiettivo è quello di evocare un’atmosfera e uno spirito”.
Eccoci qui, il Prosecco è capace di “evocare un’atmosfera e uno spirito”. Sinora abbiamo sempre detto lo stesso dello Champagne, e continuiamo giustamente a dirlo. Ovvio che si tratti di “un’atmosfera e uno spirito” diverso. Ma funziona, e funziona talmente tanto che nel mondo questa “atmosfera” e questo “spirito” sono riconosciuti e apprezzati, anche da parte di chi ha una clientela d’alto profilo. Sempre sicuri del fatto che il Prosecco Rosé sia un errore, vero?