Pecchenino, quando il Dogliani ha tanta classe

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Dogliani è una di quelle denominazioni nelle quali puoi trovare dei fuoriclasse senza doverti svenare. Credetemi. Per esempio, il Sirì d’Jermu fatto dai Pecchenino, on line potete acquistarlo intorno ai 16 euro e per quella cifra avrete uno dei rossi più eleganti che ci siano in circolazione oggi in Italia. O quanto meno questa è la mia opinione.

Dai Pecchenino ci sono stato qualche tempo fa. Hanno un bell’agriturismo, ricavato in un cascinale ristrutturato con paziente e rispettoso lavoro, accanto alla cantina. Sei sul dosso di un colle, e ti sembra di volare sopra alle vigne che dominano le balze tutt’intorno. Sullo sfondo le montagne. La saletta degustazione è proprio sotto alle camere.

Qui c’è storia (i Pecchenino vanno fieri della loro plurisecolare origine contadina), c’è tradizione, ma c’è anche grande attenzione alla ricerca, quella vera, quella fatta con staff di professionisti. Ho provato una serie di loro vini. Provo a raccontare in breve quelli che più mi sono piaciuti, e vedrete che me ne sono piaciuti un bel po’.

Alta Langa Psea Brut Zero 2014. Psea sta per Pezzea, che è una località in comune di Bossolasco. Le vigne sono a un’altitudine sui settecento metri, pinot nero e chardonnay. Un vino affilato e crepuscolare, con accenni di terra e perfino con una sensazione quasi tannica. Bollicina di carattere, da far affinare con pazienza. Viene 20 euro in cantina. (88/100)

Dogliani San Luigi 2018. Nel ’18 i Pecchenino hanno fatto quest’unico Dogliani. “Nelle annate che non siano eccellenti preferiamo fare un solo base che sia buono”, mi hanno detto. Fruttini e spezie e pepe e tannino addomesticato, cenni floreali. Unica pecca è averlo assaggiato senza una fetta di salame accanto. Vuole cibo, è gastronomico. A 10 euro. (87/100)

Dogliani Superiore Sirì d’Jermu 2017. Vigna quarantenne calda e soleggiata, e i Pecchenino mi dicono che la ’17 è stata un’annata storica. Vino splendido, elegantissimo. Torba, pepe nero, frutto succoso che si fa strada con paziente lavorio e si allunga, si distende. Poi i fiori, tanti fiori, e un che di sale. Chapeau. In cantina a 13 euro, on line a 16. (94/100)

Dogliani Superiore Bricco Botti 2016. Vigna più che sessantenne. La più vecchia che hanno i Pecchenino. Il vino è riottoso. Il tannino quasi selvaggio lo trattiene, l’acidità è fremente. “È proprio l’annata che è così”, mi fanno. Un vino “da tenere”, da aspettare. Quando si decide ad aprirsi nel calice, ecco i fiori e il fruttino. A 15 euro. (88/100)

Langhe Nebbiolo Bricco Ravera 2015. Lo ammetto, se mi avessero chiesto cos’era alla cieca l’avrei detto un Barolo. La vigna, in effetti, è a Monforte. Colore nebbiolista, chiaro e luminoso. Un’eleganza rustica e floreale, una persistenza avvincente. Al palato è pugnace. La sapidità allunga il sorso ed esalta il frutto. Viene 20 euro in cantina. (90/100)

Barolo San Giuseppe 2015. Matura in botte e in cemento. Tonalità nebbiolista, scarica, cristallina. All’olfatto è ritroso. In bocca mineraleggia. Il fruttino è denso e succoso e il succo è intriso di florealità. Un bel Barolo “d’ingresso”, nel contempo serio e gastronomico. Ovviamente ancora giovanissimo. Costa 40 euro in azienda. (88/100)

Barolo Le Coste di Monforte 2013. La vigna ha un quarto di secolo. Un mese sulle bucce estrae colore, ma senza eccessi. Il bouquet è strepitoso. Frutto, erbe aromatiche, cenni minerali. La bocca è elegante, più floreale che fruttata. Il sale a manciate distende il sorso e lo allunga. Già grande, figurarsi tra qualche anno. A 45 euro. (95/100)

Barolo Bussia 2013. Il colore si rinvigorisce, eppure rimane cristallino. La vigna è ancora giovinetta, se ne avverte l’esuberanza in un tannino d’un certo impegno. L’indole è officinale. Il fruttino è fitto. L’eco minerale è sottesa. Gradualmente, vira verso la florealità che è il marchio di fabbrica dei Pecchenino. Chiede tempo. A 47 euro. (88/100)

Dogliani Bricco Botti 2006. Questo l’ho tenuto per ultimo perché l’ho assaggiato per ultimo e anche perché non è in vendita. Viene dalla scorta di famiglia. Sembra nato ieri. Colore nero violaceo, naso d’immediato sulla difensiva. Al palato ecco lo scatto d’orgoglio. Frutti e fiori essiccati, pepe, cacao. Austerità. Bella prova. (90/100)