Non è un caso se in Lugana si fanno buone bollicine

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C’è un vecchio libriccino che racconta come, intorno alla metà dell’Ottocento, alcuni emissari di maison produttrici di Champagne fossero in Italia per cercare un territorio adatto a impiantare uno stabilimento di spumantizzazione qui da noi. La scelta cadde sulla Lugana, quella fetta di riviera argillosa che sta in fondo al lago di Garda. Non se ne fece nulla probabilmente perché quel pezzetto di terra divenne teatro di spaventose battaglie nelle guerre per l’indipendenza italiana.

Questo per dire che non ci si deve stupire se in area luganista si possono trovare oggidì delle ottime bollicine fatte col metodo classico, dentro e fuori la doc. La vocazionalità della zona c’è, e la scoprirono guarda caso gli champagnisti. C’è anche il vitigno, perché il trebbiano di Lugana, con la sua spiccatissima acidità, è certamente uva da bolla affilata, come piace a me.

Chi volesse rendersene conto, provi il Leonardo 16, il Dosaggio Zero che fa Cascina Maddalena, piccola, eccellente realtà che sta in località Lugana di Sirmione. Ci troverete tensione ammirevole e classicissimi sentori di crosta di pane e di fiori secchi e un sale gratificante. La bollicina è sottile, cremosa. Secchissimo, il vino ha anche, sottese e appena tratteggiate, quelle sfumature d’idrocarburi che caratterizzano i migliori bianchi della zona.

Nota tecnico-burocratica: se andate a vedere la scheda tecnica sul sito aziendale, vedrete che vi si dice che il vino è “prodotto esclusivamente da uve di trebbiano appartenenti a vitigni autoctoni del podere”, e ritengo sia un giro di parole dovuto al fatto che, non essendo il vino etichettato come doc, non si può citare né la parola Lugana (trebbiano di Lugana), né il termine turbiana, che identifica appunto il trebbiano di Lugana.

Leonardo 16 Dosaggio Zero Cascina Maddalena
(88/100)

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