Il Mangiabottoni, che fa cucina, inclusione e vino

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Più che il nome di un ristorante, sembra il titolo di un libro per ragazzi: Il Mangiabottoni. Però è un ristorante particolare, perché è frutto di un progetto sociale, e fra un po’ sarà anche il nome di un vino altrettanto particolare.

Il ristorante è a Verona, a due passi da Porta Palio e dalla stazione ferroviaria di Porta Nuova, ed è gestito dall’Officina dell’Aias, una cooperativa sociale che si occupa, con le sue varie attività, di centosessanta ragazzi con disabilità, ispirandosi a valori “basati sulla centralità della persona con disabilità, sul rispetto della sua storia personale e delle sue relazioni, che devono confluire nei servizi e nei progetti che le vengono rivolti, per generare benessere e qualità di vita” (il virgolettato è preso dalle loro dichiarazioni d’intenti). Il vino lo faranno con le uve di corvinone e di rondinella della vendemmia 2024, raccolte dai ragazzi della cooperativa nel Podere Castagné di Marinella Camerani, alias Corte Sant’Alda, che, come noto, è uno dei nomi di vertice del panorama valpolicellese. Sarò tra i primi acquirenti di questo vino, che sarà sicuramente “buono” sotto più punti di vista, ossia per l’ideale che gli sta dietro e anche perché le uve che maturano lassù a Castagné, in alta Valle di Mezzane, hanno qualcosa di speciale, stante che il Valpolicella Superiore che già ne proviene è, per me, un punto di riferimento ineluttabile per chiunque voglia pensare al futuro della denominazione. “La nostra speranza e il nostro obiettivo – dice il direttore Emanuele Germiniasi – sono che la cooperativa, al crescere dell’interesse e delle competenze delle persone con disabilità anche in ambito vitivinicolo, possa in futuro aumentare la loro presenza in azienda e progettare un vero e proprio laboratorio occupazionale di inserimento lavorativo”. “Dedicarmi a qualcosa di diverso dalla tipica attività dell’azienda – spiega Marinella Camerani – era qualcosa che mi sentivo dentro da tempo. Ora in azienda non voglio più fare tutto, e infatti è in atto un cambio generazionale, ma non voglio neanche andare in pensione. Quando ho conosciuto la cooperativa è scattata la scintilla”.

Al ristorante ci ho cenato insieme a Marinella, al compagno Cesar, alla figlia Federica e ad alcuni colleghi della stampa veronese. In cucina c’era Mirko Papini, che ha già accumulato un eccellente curriculum lavorando in ristoranti come il Jules Verne Parigi di Alain Ducasse, il Four Seasons Hotel George V Parigi con Éric Briffard e Christian Le Squer, il Cracco di Milano e la Cru di Romagnano con Giacomo Sacchetto e che ora è all’Osteria Il Mangiabottoni, alternandosi con Sabina Beqiri, proveniente dal ristorante Vecchio Macello di Verona. La cucina è molto apprezzabile (l’uovo cotto a bassa temperatura, con funghi, polvere di funghi, salsa bernese e crumble di pane era da bis) e vedere al lavoro, in sala, i ragazzi della cooperativa, che ci mettono entusiasmo e professionalità, scalda il cuore. Aggiungo che per chi viene da lontano e volesse fare una sosta qui per visitare l’indomani la città di Verona, sopra al ristorante, gestito sempre dalla cooperativa, c’è l’albergo Stravagante Hostel, che ha questo nome perché, magari, possono sembrare a volte un po’ stravaganti gli atteggiamenti di tanti ragazzi “invisibili”, ma si tratta di una stravaganza fruttuosa e inclusiva, tant’è che oggi sono trentaquattro i ragazzi e le ragazze con disabilità, prevalentemente intellettiva, e autismo, tutti poco più che ventenni, che si impegnano nell’osteria e nell’ostello come cuochi, baristi, addetti di sala, addetti alle pulizie e alla reception, supervisionati al lavoro da educatori e dal personale della cooperativa sociale. “Vogliamo essere eccellenti – dice Germiniasi – non solo perché abbiamo una responsabilità sociale, ma anche perché abbiamo una responsabilità economica. Se vogliamo avere qualità nel servizio che rivolgiamo ai ragazzi, dobbiamo essere capaci anche di fare business, senza aver paura di dirlo, perché prima di tutto abbiamo a cuore la felicità delle persone”. Dunque, io la consiglio una sosta al Mangiabottoni e allo Stravagante Hostel, e se proprio qualche volta, nonostante tutto, i tempi in sala dovessero essere un po’ più lunghi, pensate a quanta passione ci sta dietro al lavoro di questi ragazzi e dei loro animatori e concentratevi sull’essere felici, come fanno loro: bevetevi un bicchiere di vino, brindando alla vita.

Il Mangiabottoni – Via G. Dalla Bona, 8 – Verona – tel. 335 7044188