Lo Sgarzon del 2014, tuttora giovane e scalpitante

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Qualcuno ricorderà lo Sgarzon di Elisabetta Foradori degli anni ’90. Vino interessante e che apriva prospettive per la varietà, per certi versi molto diverso dal più celebrato Granato.

Ecco, lo Sgarzon l’ho sempre visto come un vino più di territorio, più rappresentativo perché non obbligato a voler mostrare a tutti quello di cui era capace. Per questo c’era appunto il Granato.

Oggi lo Sgarzon è emblematico del nuovo corso di Elisabetta e della sua famiglia, e in questo mi pare sia in continuità con quanto accadeva tanti anni fa. La differenza la fa l’adesione agli stilemi dei vini naturali, portando Sgarzon su un piano diverso e di non facile lettura. La parte più sconcertante è la notevole dose di volatile che ci accoglie subito nel bicchiere, a me non ha dato fastidio ma a qualcuno non piacerà.

Questo 2014 è un vino ancora giovane e scalpitante, con un frutto esuberante rifinito da aromi più aciduli di cedro ed erbe aromatiche. Nervoso lo è anche al palato, la parte più interessante sta nel non eccedere nella parte alcolica o nel tannino. Non che non siano presenti, ma si fondono perfettamente con il frutto del teroldego e quasi non si percepiscono. Originale il finale di tè affumicato, spezie, frutta rossa e cacao.

Vigneti delle Dolomiti Teroldego Sgarzon 2014 Foradori
(90/100)

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