Le tendenze del mercato americano del vino

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È risaputo che il mercato americano rappresenta per il vino italiano uno dei principali sbocchi commerciali. Un rapporto di Impact Databank conferma che quel mercato ha saputo riprendersi dopo la crisi che ha colpito quasi tutte le nazioni a partire dal 2008. Un certo rallentamento ha tuttavia caratterizzato il 2014, con una crescita limitata ad uno striminzito 0,3%. Le vendite ammontano a 322 milioni di casse da 12 bottiglie. Ristoranti e bar sono indicati come i principali responsabili di una performance non completamente soddisfacente.
Andando a scavare tra le cifre emergono alcuni trend interessanti per chi è attento a quanto accade oltreoceano.
Gli spumanti ad esempio sono una delle categorie più in salute. Rappresentano il 5% del mercato, e sono in costante crescita da sei anni a questa parte. Le importazioni hanno fatto un balzo in avanti del 6,6%, arrivando a 7,1 milioni di casse, avvicinandosi così alla quota di bollicine prodotte dalle cantine locali. Si conferma lo stato di grazia del Prosecco, principale beneficiario di questa crescita, seguito dal Cava spagnolo e dal Moscato d’Asti. Leader del mercato, soprattutto in termini di fatturato, rimangono i grandi brand francesi dello Champagne.
A conferma che non è solo l’Italia il Paese nel quale le statistiche sono ballerine, un istituto concorrente, l’IRI, comunica numeri un po’ diversi. Secondo quest’ultimo gli spumanti sono cresciuti di un 8,4%, con una quota di vino importato in aumento del 12,5% e addirittura una progressione del 42% per il Prosecco.

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