Ma l’Asti secco sarà secco o dolcino?

asti_240

L’Asti è in affanno. Questo mi pare assodato. Le vendite sono calate, le giacenze aumentate, nella prossima vendemmia si potranno utilizzare solo 78 quintali di uva per ettaro per produrre lo spumante (più una piccola quota accantonabile). Però in questi giorni dell’Asti si sta parlando più che mai. Perché s’è scatenata la discussione sull’idea di un Asti secco. Qualcuno scrive addirittura un Astisecco, che suona tanto simile a Prosecco.
Ora, se quest’idea dell’Astisecco è una trovata per far parlare dell’Asti, be’, ammetto che ha centrato l’obiettivo. L’importante è che se ne parli, dice qualcuno, e dell’Asti se n’è dunque parlato.
Se invece è un progetto vero e proprio, allora permettetemi di avere qualche dubbio. O meglio, i dubbi sono tre.
Primo. L’Asti è celebre per essere un vino spumante dolce. Se ce ne fosse una versione secca (non m’interessa se buona o no), la casalinga di Voghera e le sue colleghe sparse per il mondo non capirebbero più se l’Asti è un vino dolce o un vino secco, e nel dubbio sceglierebbero qualcosa di più facile da capire.
Secondo. Se invece fosse una questione di termini e si pensasse di fare non un Asti secco, bensì un Asti sec o dry, allora il can can di questi giorni sarebbe un boomerang. Perché uno spumante sec o dry non è secco, è dolcino. Nel mondo della spumantistica, sec e dry sono due menzioni che stanno a identificare dei vini “abboccati”, con livelli di zuccheri tra i 17 e i 32 grammi. Certo, meno dolci della versione… dolce, ma comunque non secchi. Dunque, non sarebbe un Asti secco, ma un Asti un po’ meno dolce. Complicato, eh?
Terzo. Se invece si pensasse a un marchio Astisecco per sfruttare l’assonanza col Prosecco, allora si rischirebbe di andare a sancire che l’originale è la bollicina veneto-friulana, e quella astigiana ne uscirebbe come un’imitazione. Ma i surrogati possono funzionare solo se costano molto, molto meno dell’originale, e siccome il Prosecco caro di certo non lo è, l’Astisecco dovrebbe proporsi a prezzi stracciatissimi. Vale la pena?