Quindici grammi di zucchero per litro non sono pochi, in un vino. Però se non li avverti – o meglio, se non te ne sovviene alcuna stucchevolezza – vuol dire che è stato fatto un grande lavoro nella ricerca dell’equilibrio. Trenta grammi di zucchero per litro sono proprio tanti, però se la morbidezza è carezzevole ed è la speziatura a prevalere, vuol dire che ci si sa veramente fare nella delicatissima corsa al bilanciamento.
Dosage 15 e Dosage 30 sono le definizioni che compaiono sulle etichette dei due Lambrusco Grasparossa di Castelvetro proposti da La Battagliola, azienda di Piumazzo, la frazione più grande del comune di Castelfranco Emilia, in provincia di Modena. Terra lambruschista, appunto.
Mi hanno piacevolmente impressionato quei due vini. Il primo, il Dosage 15, ha il fruttino acidulo e goloso che schiocca in bocca, la marasca, il lampone, e un tannino vivido. L’altro, il Dosage 30, sfodera inattesi ricordi di mallo di noce appena colta, di pepe, e poi ha la mora e l’uva spina, e ancora quel tannino riequilibratore, insieme a una freschezza appagante.
Entrambi i vini provati sono della vendemmia 2018. Entrambi appartengono a quella tipologia di vini che si usano definire “gastronomici” per la loro vocazione a “chiamare” il cibo.
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Dosage 15 2018 La Battagliola
(89/100)
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Dosage 30 2018 La Battagliola
(90/100)