Oggi vanno di moda gli Champagne secchissimi, a volte così taglianti da impedire qualunque abbinamento gastronomico. Ma gli Champagne non nacquero secchi. In origine erano, anzi, dolci, e non a caso si servivano nella coppa larga. So dunque che rischio di fare la figura dell’antiquato se dico che a me gli Champagne dolci piacciono molto. Attenzione, non dico i brut sdolcinati con qualche grammo di residuo zuccherino. No, dico proprio quelli dolci, che di zucchero ne hanno un bel po’, ma che sono, purtroppo, merce rara.
Di recente ho avuto modo di bere la Cuvée Douceur, uno Champagne Sec della maison Barnaut, che sta a Bouzy. Gli spumanti Sec sono dolci. Si cominciò a chiamarli così solo perché erano un po’ meno dolci rispetto a quelli molto più dolci, ma per i nostri gusti sono comunque dolci. Ebbene, questo vino mi è piaciuto molto. Peccato che avessi a disposizione solo il calice bordolese e non la coppa, ma vedrò di rimediare la volta prossima, perché mi sa proprio che questo Champagne lo acquisterò.
Settantacinque per cento di pinot noir e il resto chardonnay, usa una liqueur di venti grammi di zucchero per litro. Quando di un vino dici che è setoso, intendi un vino come questo.
Champagne Sec Cuvée Douceur Champagne Barnaut
(90/100)