I Franciacorta caratteriali di Gianluigi Ravarini

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Non si può certo dire che i Franciacorta di Gianluigi Ravarini difettino di personalità. Tutt’altro, e anzi sono piuttosto caratteriali. Leggo che l’azienda agricola ha la propria nascita ufficiale nel 1971, quando il padre Bortolo, Piero per gli amici, mise a frutto un ettaro e mezzo di vigna a Monticelli. Oggi gli ettari a vigneto sono quattro, condotti da Gianluigi secondo i canoni bio.

Del suo Franciacorta ho potuto assaggiarne di recente, a una degustazione organizzata da Vinnatur, la versione che è stata sui lieviti 41 mesi e anche quella che c’è rimasta 101 mesi (perbacco). Mi è piaciuta di più la versione dei 41 mesi, più disponibile, più immediata, mentre l’altra è maggiormente umorale, ombrosa. Quasi agli antipodi, insomma, ed è comunque una bella dimostrazione di quanto duttile possa essere la produzione franciacortina quando non sia cedevole verso gli ammiccamenti mercantili.

Franciacorta 41 mesi sui lieviti. Naso sottilissimo su vene floreali e di pane bianco. Bocca cremosa, eccellente sotto il profilo tattile. Ondate di limone, gradevolissimo e rinfrescante. Solido senza eccedere nella muscolarità. Ne berrei una bottiglia per l’aperitivo, subito. (94/100)

Franciacorta 101 mesi sui lieviti. Naso d’immediato minerale, con quella canna di fucile che chiude dapprima l’olfatto, che si apre però poi rapidamente verso una bella florealità. In bocca è vagamente amaricante. Vino impegnativo, per gli amatori del genere. (84/100)

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