Ho ricevuto questa bottiglia di vino durante un’occasione speciale e ho deciso di aprirla soltanto durante un’occasione speciale ma nessun momento, negli anni, si è rivelato quello giusto. Poi l’incidente di Alberto (nome di fantasia) ci ha lasciato senza parole. Non sapevamo se l’avremmo rivisto. Mentre piangevo e pregavo di ritrovarci tutti a bere come sempre, ho sentito il richiamo del Foja Tonda. “Lo apro per lui, insieme a lui”! Non sapevo come l’avrei trovato, se sciupato o invecchiato poiché confermo di averlo un poco maltrattato. Per traslochi, spostamenti e vicissitudini personali, è stato decisamente sballottato. E così ora siamo qui, io in frenetica attesa, ad aspettare di mettere il naso in questo rosso carico e intenso. Non lo scaraffo perché non voglio agitarlo. Il calice darà il suo contributo. Mamma mia che profumo, che meraviglia, quanta potenza! Sono eccitata, ma ferma, perché lo sento aprirsi e non voglio bruciare le tappe. Alberto si esprime per primo, gli piace, dice che è eccezionale. Io non ricordo quando son stata così emozionata. Lo bevo, lo bevo, lo bevo di nuovo. È ricco, setoso, corposo, è meraviglioso! Io mi commuovo. Questo vino è un amico, è mio amico. Ha vissuto con me, come me… condiviso i miei casini, le mie difficoltà, e ora siamo qui, a diventare uno. E questo è tutto quello che riesco a dire. Grazie alla vita. Grazie alla vite e a chi la coltiva, con amore, saggezza, rispetto e conoscenza.


