I favolosi vini di Nikolaihof (favolosi davvero)

nikolaihof

L’austriaca Nikolaihof è da sempre una cantina tra le me favorite, sin da quanto ho avuto modo di scoprirla nel corso di un Vinitaly di oltre venti anni fa. È fin troppo banale ricordare che Nikolaihof non è una semplice cantina, ma un pezzo di storia. Dove adesso si fa vino, ci sono stati prima un luogo di culto celtico, poi un forte romano, quindi una sede episcopale e un centro amministrativo. Ovviamente, la preferiamo oggi nelle vesti di cantina in cui si celebra il culto del vino, e del Riesling in particolare.

Ho ancora impresse nella memoria le degustazioni di vecchie annate, le prime nelle quali ho intuito la vera grandezza del Riesling e la sua capacità di interpretare il terroir, così come di evolvere a lungo nel tempo. L’Enoteca di Cortina in questo non si è mai risparmiata e la ringrazio per aver condiviso molte preziose bottiglie in svariati Vinitaly.

Di seguito le mie brevi note di degustazione dei vini che ho assaggiato allo scorso ProWein. Impressionante la qualità media di tutti i vini. Poche cantine possono dire di saper fare altrettanto.

Wachau Riesling Vinothek Fass Severin Reserve 1997. Vino imbottigliato nel 2022, quindi se non faccio male i conti, siamo a quasi un quarto di secolo di botte grande! Minerale, erbe, finocchietto selvatico, frutto quasi nascosto da questi aromi più terreni. Lungo e vibrante, finissimo e complesso, incredibile acidità che si fonde con il frutto maturo al palato, pepe verde e bianco. Vino immenso, uno dei più buoni riesling mai assaggiati. (99/100 ma potrebbe essere 100)

Wachau Neuburger 1987. Il vino deriva da una vecchia varietà della Wachau che pare sia parente del roter veltliner. Vino spiazzante e originale. Note di anice, liquirizia, rabarbaro, bergamotto, ha una incredibile giovinezza, non dimostra per nulla la sua età. Ha un lato esotico ed acidulo che lo rende di una estrema finezza. Finale di arancio. Già all’epoca si usavano pochi solfiti, ma il vino non ne ha sofferto per nulla. Da provare. (98/100)

Wachau Riesling Vinothek 2002. Sedici anni di botte grande. La nota dominante è la grande mineralità, cui fanno da corollario le note verdi di basilico e i fiori di gelsomino. Balsamico, lungo ed elegante, ha un tocco magnifico e un finale salino. Un vino che sfiora la perfezione. (97/100)

Wachau Riesling Elisabeth 1988. Questo vino è stato messo in bottiglia nel 1989. La vigna ha oltre novanta anni. Siamo al limite dell’ossidazione, torba, malto, genziana, note di mare. Albicocca e fichi. Un palato monumentale cui si aggiungono tante spezie per il patinarsi del vino nel tempo: curry, curcuma, liquirizia, caffè al cardamomo, fieno essiccato. Ha bisogno di attenzione. (97/100)

Wachau Nied Vom Stein Riesling Federspiel 2011. Fine, vibrante e minerale. Classica nota di petrolio, ricco e maturo, finale di frutta tropicale, frutto della passione. Grande bottiglia. (95/100)

Kremstal Steiner Hund Riesling 2016. Una versione particolare e di non facile decifrazione. Dominano i toni floreali di camomilla e geranio, poi infuso e tè. Morbido e maturo, molto giovane, dave ancora dare il meglio di sé. (92/100)

Wachau Klause am Berg Riesling Trocken 2015. Il vino ha riposato cinque anni in botti grandi. Naso tra i più ricchi e barocchi, traborda di frutta tropicale matura, papaya, e più acidula, come il frutto della passione. Al gusto ha un lato più morbido per gli zuccheri, termina su note terrose e di tè verde, ma senza la precisione e la lunghezza del Vom Stein. (90/100)

Wachau Neuburger 2021. Una differenza abissale, non ho capito bene se sia una questione di tempo, se serva che il vino resti in cantina per venti anni, o se sia una questione di annata o di stile. Fatto sta che siamo di fronte a un vino sì piacevole, ma che lascia difficilmente intuire quello che potrebbe essere. (85/100)