Neanche il tempo di fare il lancio col sold out dei primi 18 milioni di bottiglie prodotte e già dall’altra parte del mondo spopola il primo Prosecco Rosé che non ha niente a che fare con la denominazione di origine veneto-friulana del Prosecco ma che somiglia praticamente in tutto al “nostro” Prosecco Rosé.
La notizia viene dal Brasile. La rivista Bon Vivant è uscita con un numero speciale dedicato ai rosé, firmato da una brava giornalista come Andreia Debon. Ci sono le recensioni delle migliori etichette “in rosa” brasiliane. Tra le bottiglie di punta figura, con l’ottima valutazione di 91 centesimi, il Garibaldi Prosecco Rosé Brut elaborato dalla Cooperativa Garibaldi, che ha sede nel comune di Garibaldi, in Serra Gaúcha. Le uve sono quelle del prosecco (già, perché in Brasile la glera viene ancora chiamata prosecco, e se ne guardano bene dal rinunciare) e del pinot nero. Il metodo? Ovviamente charmat. Il prezzo indicato è di 34,50 euro, che corrispondono a 5 euro e mezzo. Quadra tutto, proprio tutto, tranne la nazionalità ovviamente, e infatti in etichetta compare un bollino che recita: “1° Prosecco Rosé do Brasil”.
Com’è quella cosa che compare sul frontespizio della Settimana Enigmistica? “La rivista che vanta innumerevoli tentativi di imitazione”. Ecco, se qualcuno o qualcosa ha successo, c’è qualcun altro o qualcos’altro che lo imita, e il Prosecco Rosé è un successo annunciato e confermato.