Dieci vini del Rodano che mi sono piaciuti

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La Côtes du Rhône è una regione molto vasta che grosso modo inizia appena a sud di Lyon e termina dalle parti di Avignone. Come si può immaginare, i vini che vi vengono prodotti sono tra di loro molto diversi, ma se parliamo di rossi la syrah domina la parte nord, mentre più a sud troviamo la grenache accanto a syrah, mourvèdre e cinsault. Quelli che seguono sono dieci vini della Valle del Rodano che mi sono particolarmente piaciuti nel corso degli assaggi del Grand Tasting di Parigi.

Domaine de Fondrèche, Ventoux Il Était une Fois 2017. Una rivelazione questo vino che trasuda freschezza e aromi floreali. Lungo e fine, non costa pochissimo ma vale un Côte-Rôtie. (94/100)

Domaine Richaud, Cairanne L’Ebrescade 2017. Resta per me un classico per le sue note sudiste di olive nere e garrigue. Floreale e fresco, abbina la potenza dei vini della regione a una delicatezza di tocco non comune. Tra i più facili da bere, potrà però evolvere per almeno venti anni. (93/100)

Pierre Amadieu, Gigondas Le Pas de l’Aigle 2015. Circa il 95% di grenache vinificato in botti grandi. Una versione muscolare e completa, potente e tannico. Attendere. (92/100)

Château de Nalys, Châteauneuf du Pape Grand Vin 2018. Un trio grenache, syrah, mourvèdre su suolo di argille profonde. Minerale e strutturato, ha un frutto profondo, verticale e quasi imponente. Anche coi tannini e l’alcol non scherziamo, ma l’insieme funziona ed ha solo bisogno di tanta pazienza per calmarsi. (92/100)

Clos Saint Jean, Châteauneuf du Pape Deus Ex Machina 2017. Viene per il 60% da vigne di grenache centenarie e poi mourvèdre. Concentrato, intenso, maturo e tannico. Da mettere in cantina per almeno quindici anni. (92/100)

Clos Saint Jean, Chateauneuf du Pape 2018. Molto buono anche il semplice “base”, che si propone più delicato e con una grande classe. Se preferite i vini più snelli. (92/100)

Clos Saint Patrice, Châteauneuf du Pape 2018. Menta, cacao, profondo. Nonostante i tannini abbondanti ha classe ed eleganza. (92/100)

E. Guigal, Côte Rôtie Château d’Ampuis 2018. Include un 7% di viognier. Molto profumato: fiori di lavanda, frutta matura, pepe bianco. Una versione che potrei definire leggera e non eccessiva nella parte alcolica. (92/100)

Clos Saint Patrice, Cornas 2017. Una paletta tipica che va dal pepe, alla carne, all’affumicato per terminare con note marine. Vino compatto. (91/100)

Chapoutier, Hermitage Rouge Monier de la Sizeranne 2016. Lardo, fumé e minerale, ha poco di varietale e mette l’accento sul terroir. Struttura che nel finale cede un pochino ma globalmene un buon vino. (90/100)