Che succede in Champagne?

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Che cosa sta succedendo allo Champagne? La crisi globale scatenata dalla pandemia di coronavirus sta colpendo duro anche da quelle parti, forse soprattutto da quelle parti. Si parla di un crollo delle vendite. Del resto, in giro per il mondo lo Champagne è considerato il vino dei festeggiamenti, e di questi tempi c’è poco da festeggiare.

La situazione pare sia abbastanza grave. I francesi stimano che nel corso del 2020 si venderanno qualcosa come 100 milioni di bottiglie in meno di Champagne rispetto ai 297,5 milioni di bottiglie del 2019. Già, un terzo in meno. Ovviamente questo incide sul fatturato, stimato in ribasso di circa 1,7 miliardi di euro dai 5 miliardi incassati lo scorso anno. Altrettanto ovviamente, l’invenduto che si accumula si sta facendo pesante, sui 400 milioni di bottiglie, che vuol dire più della quantità di Champagne che si colloca in un anno.

Da qui la battaglia combattuta nelle ultime settimane sulle quantità di uva certificabili per la produzione di Champagne per la vendemmia ormai alle porte. Il 22 luglio a Épernay doveva essere fissata la resa per ettaro, che nel 2019 era stata pari a 102 quintali. Non se n’è fatto nulla. Pare che le grandi maison si siano presentate con una proposta di 60-70 quintali per ettaro, mentre i viticoltori ne volevano almeno 85 quintali. I vignaioli indipendenti, invece, fissavano il loro paletto a 90 quintali. Sì, c’è poco da festeggiare.