Un Montepulciano d’Abruzzo sincero e agreste

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Bevendo questo vino abruzzese, il Montepulciano d’Abruzzo 2018 di Donato Di Tommaso, ad ogni sorso mi sono chiesto se è davvero così difficile per un produttore arrivare a questi risultati. Nel senso che sempre più faccio fatica a trovare vini come questo, facili ma non banali. Si passa allegramente dal vino diluito e piatto al vinone alcolico, tannico e legnoso. Come non ci fossero delle altre vie, altri modi di intendere il vino. E aggiungo: produttori non dovete per forza farci assaggiare vinoni imbevibili, decantandone le virtù e le coccarde guadagnate ai concorsi parrocchiali. E tanto più venduti a prezzi da rapina.

Chiusa la polemica torniamo dunque a parlare del Montepulciano d’Abruzzo di Donato di Tommaso. Posso dire che è un vino sincero, contadino e agreste, forse non patinato ma vivaddio onesto. Lasciatelo qualche minuto nel bicchiere, ché all’inizio è piuttosto scontroso, rustico. Basta poco perché vi parli della sua origine, del suo territorio e del suo vitigno. Tanta frutta, e poi la violetta. L’esuberanza varietale c’è ma si fonde con una bella vena acida e a un tannino verace. Direi che si può bere anche subito, ma che qualche anno di riposo non gli farà paura. Lo apprezzerete comunque. Non ne produce molto ma cercatelo anche perché è venduto ad un prezzo molto contenuto.

Montepulciano d’Abruzzo 2018 Donato Di Tommaso
(88/100)

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