Quarantaquattro

44 anni

Dalla nascita di Gaia mi è capitato qualche volta di rispondere a una curiosità: “Perché diventare mamma a quarantaquattro anni?”
Perché non avevo incontrato Ivan, in primis, e lo ritengo un presupposto essenziale.
Perché mi sono sempre sentita impreparata, inadeguata, insufficiente, seconda cosa non di poco conto.
Benché gli strumenti per procreare siano alla portata di tutti, da un certo punto in poi della mia vita ho ritenuto che per diventare genitore ci volesse una grande consapevolezza, del Sé, prima di ogni altra cosa. Per crescere un figlio sano bisogna essere sani (di testa)! Io non mi sono mai sentita in equilibrio e le mie magagne non le avrei date in eredità a nessuno. Ma si cresce, soprattutto se ci s’impegna in un percorso di crescita interiore. Si affrontano paure, dubbi, insicurezze, si fa pace col mondo, col passato, col proprio io. S’impara ad amarsi e poi ad amare ché chi non è in amore con se stesso difficilmente può darne, d’amore, più facilmente regala una richiesta di bisogno mascherato, attaccamento, dipendenza e via dicendo. Quando il mio test è risultato positivo ho chiamato le mie amiche più vicine per chiedere un aiuto. “E ora che cosa devo fare?” Non sapevo dove andare, chi avrei dovuto consultare. Ma poi ho fatto quello che sempre suggerisco di fare: “Spengi la mente e ascolta il tuo intuito. Siamo spirito in questo corpo, la tua anima sa e non deve chiedere niente, quando ci sono dubbi e interrogativi, sai che è la tua mente e la mente, mente“.
Così siamo andate avanti, giorno dopo giorno, istante dopo istante, respiro nel respiro. Gaia è gaia! Serena, gioiosa, vispa, curiosa, spiritosa. Io resto in ascolto, di me, di lei, di noi.
Sono diventata mamma a quarantaquattro anni con una profonda consapevolezza e un’energia prorompente che nulla ha a che vedere con l’età.