Un olio extravergine di Asolo (sì, di Asolo)

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Di solito, quando si parla di oli extravergini settentrionali si fa riferimento al Garda, il che è corretto, essendo storicamente l’area gardesana piuttosto nota per le sue produzioni olearie, che hanno alle spalle una storia millenaria. Tuttavia, esistono nell’Italia del nord altre località che generano oli di considerevole interesse e anche di notevole finezza. Per esempio, Asolo, nel Trevigiano.

Se andate ad Asolo, che è uno dei borghi più belli d’Italia, gli olivi li vedete con discreta abbondanza nei parchi delle ville e ce n’è anche sui fianchi della Rocca. Bruno Bernardi, cui l’agroalimentare veneto di qualità deve parecchio, stante il suo impegno nella divulgazione soprattutto casearia, coltiva milleduecento olivi, che sono decisamente tanti per queste latitudini, sul pendio della Rocca di Asolo, a un’altitudine media sui trecentocinquanta metri.

I ceppi, che sono su quella parte di collina che ha il nome di San Martino, sono in parte rinati nel 1930 dopo la terribile, storica gelata dell’anno precedente.

Ho potuto assaggiare l’extravergine che Bruno ha prodotto nella scorsa campagna olearia da olivi della sola varietà asolana. Be’, quest’olio ha un gran bel profumi. L’erbaceo del prato appena tagliato, la scorza e la foglia di limone, i fiori primaverili. In bocca, la conduzione è prevalentemente dolce, ma non manca tuttora (l’extravergine andrebbe testato in tardo autunno, non certo d’estate) un cenno ammandorlato, di mandorla ancora verde, e dunque una vaga reminiscenza di confetto di nozze, e poi, anche, un che di frasca appena spezzata. La piccantezza è sottilissima e ravviva l’assaggio.

Bell’olio.

Olio extravergine di oliva italiano di Casa Bernardi 2020


1 comment

  1. Silvio Antiga

    Chi conosce Bruno conosce l’amore e la dedizione alla propria terra. Grazie Bruno per la passione che trasmetti a noi per l’olivicoltura Asolana.

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