Deciso, il mio vino da pesce azzurro è il Cacc’e Mmitte

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Non solo d’estate, ma soprattutto in certe indolenti giornate estive, succede che uno non sappia che cosa cucinare per pranzo, e allora si finisce per imbastire qualcosa con quel che capita sotto mano. Per esempio, nel mio caso, ieri, del riso rosso integrale, fatto bollire e poi condito con pezzi grossolani di sgombro sott’olio e olive taggiasche, irrorandolo quindi, nel piatto, con dell’olio extravergine d’oliva e il succo di un limone raccolto dall’albero del giardino. Mancava il vino, e serviva un rosso, perché col pesce azzurro, ancorché inscatolato, io bevo vino rosso; occorreva, tuttavia che fosse aspro abbastanza per reggere l’agro del limone, e allora ho preso dalla cantina la bottiglia di un Cacc’e Mmitte di Lucera, il Motta del Lupo 2021 di Paolo Petrilli, e ho aperto quella.

Perfetto, si è rivelato semplicemente perfetto. Asperrimo e rustico, ha fatto il paio con il mio riso improvvisato come mai avrei pensato fosse possibile, e d’ora innanzi sarà il mio vino rosso da pesce azzurro – da alici, da sarde, da sardoni, anche da pesce spada, a dire il vero, o da spinarolo (che noi chiamiamo asià), da palombo, perfino da bistecca di tonno – comunque cucinato, ossia fritto o arrostito e conservato.

Che bel vino gioviale da tempi passati, è il Cacc’e Mmitte, e che moderno con la sua rustica asprezza e i suoi frutti di boscaglia. Tredici gradi di arcaica vinosità. Basta servirlo a temperatura di cantina e il gioco è fatto.

Cacc’e Mmitte di Lucera Motta del Lupo 2021 Paolo Petrilli
(88/100)

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