Un gioioso metodo classico agrigentino

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Carmelo Bonetta è un entusiasta. L’entusiasmo gliel’ho letto negli occhi quando mi ha versato un sorso del suo extra brut agrigentino, subito dopo la presentazione della guida Vinibuoni d’Italia, che l’ha premiato con la sua corona. Non gliel’ho detto, ma il vino l’avevo assaggiato già un attimo prima, e il secondo sorso offertomi da lui non l’ho certo rifiutato e anzi mi ha confermato nella mia opinione, ossia che questo metodo classico siciliano del Baglio del Cristo di Campobello è davvero buono. Peccato che non fossi a tavola, invece, e dunque non potessi versarmene una quantità maggiore e godermelo, quindi, con tutta la rilassatezza pretesa dal calice, magari con del crudo di mare nel piatto, che credo ci stia benissimo insieme. Perché, sì, è un vino che ho trovato rilassante, e gioioso, e solare.

Per dirvi di cosa sappia, devo rifarmi a quelle oleografie del passato nelle quali la Sicilia veniva rappresentata come terra di arance e di mandarini, con gli arbusti di ginestra sullo sfondo: le avete presenti? Ecco, questo vino sa esattamente di mandarini e di arancia sanguinella e profuma di fiori di ginestra. Il succo agrumato sprizza nel palato e raffresca; un pizzico di sale ravviva la traccia fruttata. La bollicina è allegramente minuta, e costante. Il vino persiste, e invita a ripetere il brindisi; induce alla compagnia. Golosamente.

L’uva è grillo, soltanto grillo. Il millesimo è il 2018.

Sicilia Grillo Spumante Extra Brut Cristo di Campobello 2018 Baglio del Cristo di Campobello
(92/100)

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