Nel periodo natalizio a me piace cercare atmosfere che riportino al calore dei Natali dell’infanzia, con buon cibo e luoghi sereni e confortevoli dove si sta bene, al punto tale che si potrebbe aprire anche un libro di fiabe, finito di mangiare.
Un’atmosfera di questo tipo l’ho trovata qualche giorno fa in un delizioso locale nel centro di Asiago che ho visto in grande spolvero, dopo molti anni dall’ultima visita.
Pappa e Ciccia si chiama questo posto, aperto nell’estate del 2015 da Paolo Piasentin, giovane di talento che ha frequentato l’istituto Alberghiero a Soave e ha compiuto l’apprendistato presso gli stellati Fratelli Damini di Arzignano (Vicenza).
Parto dai corollari: è un luogo luminoso, con un arredamento dalle linee essenziali in cui il legno di montagna è protagonista con un tocco misurato ed elegante. Musica di sottofondo (udite, udite) quasi impercettibile!
Alle pareti, alcune opere artistiche che strizzano l’occhio alla corrente surrealista, aspetto che ritorna nella veste del menù dalle paricolarissine foto old style.
In sala si muovono con grazia e giovanili sorrisi il fratello e la fidanzata di Paolo (Enrico e Giulia) che, facendoci accomodare, presentano così il loro terzetto: “C’è Paolo che sta in cucina, poi ci siamo noi due che siamo qui in sala per farvi stare bene”.
Ancora prima di assaggiare qualcosa, questa particolare accoglienza mi è piaciuta moltissimo. Divertente, sorridente e soprattutto priva dell’onnipresente termine “chef”.
Dio sia lodato, sì, perché, diciamolo, una ricerca dell’agenzia di comunicazione Klaus Davi & Co. del 2017, su un campione di 500 ragazzi tra i 18 e i 26 anni, intervistati sulle professioni del futuro più ambite, ha rivelato che la più gettonata (70%) è proprio quella dello chef.
È evidente che lo spadellamento mediatico ha il suo peso, ma è anche evidente che seppure le scuole alberghiere hanno avuto negli ultimi anni impennate d’iscrizioni, poi bisognerebbe vedere quanti di questi diplomati si prestino a un lavoro di sacrificio (non ci sono feste o turni a piacimento) e soprattutto a un percorso di crescita professionale che comporta costanza, studio, coraggio.
Paolo Piasentin questo percorso l’ha affrontato nel migliore dei modi: non si considera arrivato solamente perché ha aperto il suo locale ma condensa in quel “Io sono Paolo e sto in cucina” l’idea che il suo lavoro sia innanzitutto ricerca e confronto.
Mi ha raccontato di come il periodo presso i Damini sia stato fondamentale per capire l’importanza dell’ottima qualità delle materie prime e focalizzare la sua predilezione per la cucina a base di carne.
Per qualche tempo, Pappa e Ciccia ha infatti puntato sull’Hamburger d’Autore (tuttora un capitolo del menù è dedicato ai “Mangiari di strada, streetfood di qualità da mangiare con le mani”, tra cui il buonissimo Easy Rider Cheesburgher che abbiamo assaggiato).
Gradualmente la proposta di Paolo si è poi allargata a una serie di primi e secondi elaborati con uno stile che lui definisce “Pop”, quello della cucina popolare, la cucina della nonna, quella che va dal panino imbottito alla brace, usando materie prime selezionate.
Visto il periodo, abbiamo provato la proposta di menù autunno-inverno dal titolo “ I Giardini di Natale” che ci ha soddisfatto, divertito e stupito.
Dopo la piccola apertura- omaggio dalla cucina (un assaggio di hamburger con croccante polenta fritta) è arrivato OVO: uovo cotto a 65 gradi con morbido di patata al tartufo che ci è parso delizioso. A seguire il 3MENDI – TRE MONDI: crema di broccolo romano, scampi e mortadella, piatto assai riuscito, dai sapori netti e inaspettati.
È arrivato poi l’intermezzo corroborante con OLO: raviolo di fassona piemontese, pesto di prezzemolo, jus di pollo a cui è seguito il piatto che mi è piaciuto di più in assoluto, (ALICE IN) WONDERLAND: pancia croccante di maialino da latte, radicchio tardivo, nocciole, aceto balsamico, vermuth .
Per dessert è arrivato NUVOLA GIALLA, interpretazione del tiramisù con cioccolato Valrhona e caffè Giamaica.
Dimenticavo: in apertura, dopo OVO, è arrivato anche un assaggio dell’ottima battuta di Limousine a coltello con crema di parmigiano.
La carta dei vini non è vastissima, ma scelta con cura e con uno sguardo anche al “natural world”.
Prezzi accessibili per l’accuratezza e la qualità delle proposte. Il menù invernale di 4 portate più il dolce va a 45 euro.
Alla fine del gradevolissimo pranzo, un libro di fiabe – ma per i maschietti anche un fumetto di Tex – è come se l’avessimo aperto. Vi consiglio di farci un salto: è una bella scoperta, assieme alla rinnovata bellezza di Asiago.
Pan e Ciccia – Ristorante e Street Food ad Asiago – via Matteotti, 63 – Asiago (Vicenza) – tel. 0424 463042