Il tappo a vite piace parecchio

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Il tappo a vite piace un sacco. In Italia no. Fuori dall’Italia sì. Siccome i vini italiani si vendono soprattutto fuori dall’Italia, e siccome in Italia vengono valanghe di turisti stranieri, magari i produttori di vino farebbero bene a ficcarselo in testa.
A dire che il tappo a vite piace è un giornale. Ma mica un giornale qualunque. È il Corriere Vinicolo, che non è una testata qualunque perché è l’house organ dell’Unione Italiana Vini, l’associazione che riunisce gli industriali del vino tricolore. La notizia è proprio questa: gli industriali del vino, quelli che fanno i grandi volumi da vendere in mezzo mondo, non hanno remore a pubblicare i dati di una ricerca che mostra che il tappo a vite piace. Signori, questo può essere davvero l’annuncio della rivoluzione.
Se sarà così lo vedremo. Intanto mi limito ad annotare (con estremo favore, ché chi mi legge sa che io sto da sempre col tappo a vite) che il Corriere Vinicolo titola così: “Il tappo a vite piace, soprattutto per semplicità”. Poi, l’occhiello: “Ipsos ha raccolto il parere di oltre sei milioni di consumatori di alcolici d’Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti: il 60% ritiene il tappo in alluminio pratico e facile da utilizzare. Alta la percentuale di penetrazione di mercato del tappo a vite per i vini rosati”.
Basterebbe questo: il 60% di un’enorme platea di bevitori di vino – sono stati intervistati sei milioni di consumatori tra Europa e America! – dice che il tappo a vite gli piace. E piace soprattutto sui vini rosati.
Ora, prendiamo pure il sondaggio con le dovute cautele, visto che il Corriere Vinicolo avverte che “la ricerca è stata promossa dall’Alufoil, l’European Alluminium Foil Association”, e dunque una parte in causa (il tappo a vite è fatto in alluminio) e che “la domanda sulla praticità o meno delle chiusure riguarda non solo il vino ma anche i superalcolici, tipologia per cui il tappo a vite è quasi la normalità”. D’accordo. Ma non per questo dobbiamo fasciarci gli occhi. All’estero il tappo a vite ormai appartiene alla quotidianità del bevitore di vino. Anche in Francia. In Italia no, lo sappiamo.
Significativo – e molto – è poi che “secondo Ipsos poi, la tipologia di tappo non inciderebbe particolarmente sulla percezione di qualità di un prodotto, visto che davanti ad uno stesso vino tappato con sughero o con alluminio e venduto allo stesso prezzo, la scelta dei consumatori cade sul sughero nel 39% dei casi e sul tappo a vite in alluminio per il 34%”. Ah, già, in Italia non è così, lo sappiamo.
A proposito: se io avessi la possibilità di scegliere fra le due diverse tappature per lo stesso vino, non avrei dubbi: sceglierei la vite, senza alcuna esitazione. A parità di vino, sceglierei la vite, sissignori.

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1 comment

  1. Stefano Menti

    Spumanti, frizzanti e passiti a parte, stiamo utilizzando il tappo a vite su quasi tutti i vini che produciamo.

    I risultati qualitativi e pratici sono notevoli.

    Alcuni importatori anglosassoni e statunitensi però, ci richiedono il tappo sughero in quanto il prodotto artigianale italiano è visto anche da loro ancora legato al tappo in sughero.

    Bisogna fare una scelta coraggiosa e drastica, e ci si appropria della libertà.

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