Eh no, Antonino, il Valdobbiadene non è Prosecco Doc

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Ricevo un comunicato stampa dal Gruppo Cannavacciuolo, quello dello chef pluristellato, severo giudice di Masterchef e dintorni. Titola: “Antonino Cannavacciuolo inaugura il suo rinnovato shop on line, con tante nuove idee per il Natale e le Feste”. Da seguace (lo ammetto) delle imprese televisive del cuoco campano trasferitosi sul lago d’Orta, vado a vedere il negozio virtuale per sapere quali siano le delizie da poter acquistare.

La curiosità mi spinge verso l’offerta vinicola. Vedo un Prosecco Brut Doc alla rispettabile cifra di 19 euro, che rappresenta un prezzo monstre per un Prosecco Doc, altissima per la tipologia. Già questa sarebbe di per sé una notizia: il definitivo sdoganamento del “prosecchino”, perché a 19 euro tanto “ino” il Prosecco non lo è proprio, direi. Però.

Però leggendo il testo che accompagna la foto della bottiglia, vengo preso da un sentiment in stile “Cucine da incubo”, per citare un altro fortunato format di Cannavacciuolo. In carattere grande e grosso (non poteva essere altrimenti, stante la figura imperiosa dello chef), sul sito sta infatti scritto così: “Direttamente dalla Valdobbiadene, il mio prosecco brut”.

Ora, qui ci sono due problemi.

Il primo è che “la” Valdobbiadene non c’è. Valdobbiadene non è una valle, è un paese.

Il secondo problema è di quelli che se riguardasse un produttore di vino potrebbe fargli rischiare di trovarsi sequestrate le bottiglie. Il fatto  è che non puoi parlare di Valdobbiadene se hai un Prosecco Doc. Perché Valdobbiadene è il nome di un Prosecco Superiore Docg. Insomma, sono denominazioni radicalmente diverse. Per cui, o si vende un Prosecco Doc e lo si chiama così o si vende un Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg e lo si chiama così. Niente via di mezzo.

Non me l’aspettavo che una vera e propria griffe della gastronomia italiana potesse inciampare in un incidente del genere. Proprio no.


1 comment

  1. Daniele Agostinetto

    Grazie Sig. Peretti,
    almeno qualcuno che ogni tanto ci difende.
    Daniele Agostinetto

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