Alcuni vini sono potenzialmente in grado di tracciare una strada per un territorio o per una denominazione o di spianare l’esistente rendendo possibile il conseguimento di nuovi traguardi. Ho avuto la fortuna (e il privilegio) di bere uno di questi vini. È un metodo classico prodotto nella denominazione del Trento. È stato sui lieviti per ventidue anni, figlio della vendemmia 2003. Si chiama Collezione Luciano Lunelli, dal nome del cofondatore della casa trentina Abate Nero, e in questo caso potrei anche dire maison, alla francese, perché il nome evoca, in contemporanea, la tradizione transalpina d’eccellenza, ma anche il maso, il tipico edificio rurale del Trentino. È uno degli spumanti italiani migliori che io abbia bevuto. Ma non cercatelo, dubito che lo trovereste, almeno per ora. Il collega Nereo Pederzolli, che ne ha spartita con me la bottiglia che aveva in anteprima – e gliene sono estremamente grato – mi ha detto che dovrebbe uscire in tiratura limitatissima. Sono appena pochi pezzi.
Perché affermo che può essere un caposcuola? Lo spiego con una battuta di Nereo: “Ecco quel che succede quando uno spumante diventa un vino“. Concordo. Il fatto che questo vino abbia le bollicine è un dettaglio. Questo è un grande vino trentino, che esprime l’appartenenza trentina e che sposta in su l’asticella della qualità, ponendosi “fuori categoria”. Un fuoriclasse nel senso letterale della definizione.
Anni fa, citai Lucio Battisti per dire che da un vino del Trentino mi aspetto che sappia descrivere le discese ardite e le risalite che caratterizzano il paesaggio provinciale. Nel senso che vorrei ritrovare sempre, dentro al sorso, una dinamicità continua e una costante progressione, che riproducano l’andamento ondulatorio, a tratti verticale, a tratti posato, dei monti e delle vallate. Questo Trento del 2003 riesce a rendermi perfettamente quest’immagine. Fotografa il paesaggio, e in più porta con sé l’umanità visionaria del primi spumantisti tridentini. Insomma, è a pieno titolo un vino di terroir, capace com’è di unire la descrizione del contesto geografico e produttivo con quella dell’ambiente umano, e in particolare con quella fetta di illuminata umanità, che rese possibile iniziare il percorso della spumantistica locale.
Poi, posso anche aggiungere che sa di agrumi canditi e di erbe officinali e di susina gialla e di spezie finissime e di sale ed è insieme cremoso e svettante, ma se mi dilungassi nel descrivere i singoli elementi, farei smarrire la visione d’assieme, che invece è quanto conta davvero. Come quando si indica la luna e qualcuno si sofferma a osservare il dito. Lasciate perdere il dito. Questo vino insegna come si fa ad andare sulla luna.
Trento Riserva Brut Collezione Luciano Lunelli 2003 Abate Nero
(96/100)