Il Tai Rosso di una valle selvaggia

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Vi invito a scoprire questo angolo intatto dei Colli Berici. La Valle del Gazzo conserva ancora un aspetto selvaggio, che altrove è andato perduto a causa dell’antropizzazione. Non credo di esagerare dicendo che in luoghi come questo è difficile fare vini cattivi.

In realtà la cantina Del Rèbene (pare che il nome derivi dal cimbro reben, vite) ha compiuto un coraggioso recupero di un minuscolo borgo, intuendo il potenziale di un terroir particolarmente adatto alla vite. Direi che carmenère e tai rosso trovano qui un territorio di elezione. L’agricoltura è attenta, ispirata alla biodinamica e grazie all’isolamento del luogo non necessita di grandi interventi. In cantina non si usano prodotti enologici e si evitano forzature.

Qui dico dei Tai Rosso.

Veneto Tai Rosso 2020 Del Rèbene. Il Tai Rosso del 2020 ha una paletta di profumi giovani e irruenti. Si sente la pietra calda, poi andiamo nel Mediterraneo con tutta una serie di erbe selvatiche, per continuare con purea di frutta, more e lamponi, spezie e agrumi canditi. È soffice al palato, gentile, pur sentendosi nettamente la parte alcolica che termina verso note di cioccolato al latte e carrube. Non si è voluto esagerare nelle estrazioni, e per questo il tannino è quasi nascosto, non si nota. Una versione facile e piacevole, dategli un paio di anni e servitelo magari un pochino fresco. (89/100)

Colli Berici Tai Rosso 2018 Del Rèbene. La versione 2018 è classificata come Tai Rosso Colli Berici e sembra caratterizzarsi per un aspetto più rustico del precedente. Ha una buona maturità, ma esibisce nel contempo una intrinseca leggerezza che lo rende davvero intrigante. Al naso la frutta è dolce e si abbina a note più territoriali di tabacco verde e ferro. Si percepisce una piccola evoluzione che lo conduce a un finale di cacao, rabarbaro, sangue e terra. Direi che va bevuto nel giro di due o tre anni. (88/100)