Non volevo più farlo ma alla fine mi ritrovo, a cadenza più o meno regolare, rientrare sulla questione dei vini naturali. Maurizio Gily su Vinix fa una bellissima analisi del fenomeno e vi invito a leggerla. Ovviamente non entrerò nel merito del pro o contro, ma una considerazione mi viene spontanea.
Le scelte del produttore sono solo sue, ciascuno risponde al proprio istinto, al proprio ideale al proprio obiettivo anche economico. È evidente che sulla base di questo, il segmento di mercato che andrà a colpire sarà quello dei consumatori che più si riconoscono in quella scelta e che ne condividono la stilistica e che sono disposti a pagare ciò che gli viene richiesto per bere quel vino. Avete presente la curva della domanda e offerta? Ecco.
Detto questo non deve mai essere, e non è, una guerra di uno contro l’altro. Non sta a nessuno giudicare, ma ciò che vediamo e che ci viene proposto è lo stato dell’arte e quindi dobbiamo lasciare semplicemente che tutto scorra. Anzi, pensateci bene, il fatto che coesistano correnti di pensiero così diverse diventa per noi “Wine Lovers” una fonte sempre più ampia di sollecitazioni e un patrimonio importantissimo a disposizione da poter indagare, scoprire, e innumerevoli possibilità di emozionarsi e di coltivare la nostra grande passione.
Tutte queste interpretazioni diventano per noi quasi come in un grande negozio di dischi dove ci vengono proposte le più svariate tipologia di musica. Dalla musica classica, al Punk, il Rock, la New Wave, l’elettronica e sapete bene che la lista tende ad infinito perché il tempo passa e il punto di osservazione del fenomeno non ha confini o prospettive.
Così il vino. Non cadete nella trappola della monorotaia ma aprite la vostra mente verso spazi infiniti del sapere. Chopin era forse più bravo di Miles Davis o di Jimi Hendrix? Non si può misurare. La musica senza i New York Dolls, che nessuno conosce, forse avrebbe preso una piega diversa. Accendiamo la radio e ascoltiamo ogni giorno i Led Zeppelin, ma pagherei oro per aver saputo l’opinione di mio nonno nel 1968 se avesse ascoltato “Led Zeppelin”, il loro primo album.
Ebbene cosa sarebbe il mondo del vino senza figure come Josko Gravner, Angiolino Maule, Edoardo Valentini, Emidio Pepe ma anche Angelo Gaja, o la dinastia di Biondi Santi, Giacomo Bologna, Mario Schiopetto o senza figure come Lino Maga fino ad arrivare alla famiglia Lunelli di Ferrari giusto per citarne alcuni.
Ecco questo un po’ il mio pensiero, dedicato a chi si sente così sicuro nel giudizio, pensateci che atto di arroganza sia il giudizio perentorio nei confronti di un vino.
Quello del vino è un mondo bellissimo, dove non ci deve mai essere guerra contrasti, vincitori o vinti. Armiamoci del nostro bicchiere e di un giradischi tutto il mondo sarà più bello.
Peace and Love.
Stay Rock, Stay Thirsty
Ascoltate:
Led Zeppelin Led Zeppelin Album intero
New York Dolls New York Dolls Album intero
Complete Nocturnes Chopin
Kind of Blue, Miles Davis
Bevete:
Claudio Plessi, Tarbianein
Josko Gravner, Ribolla 2009 (lo so sono monotono)