Se il grande vitigno altoatesino fosse il pinot bianco?

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Sono da tempo convinto che il grande vitigno dell’Alto Adige sia il pinot bianco. Lo so che è difficile generalizzare, ma se guardiamo a quello che succede in questa regione vedremo che esistono una miriade di varietà che inevitabilmente danno vita a vini di tutti i tipi. Dai vini quotidiani ai vini affinati in legno per lustri, con tutta una gamma di etichette intermedie che a mio avviso non aiutano a fare ordine nella mente del consumatore. Ovviamente sono molti i vini di carattere nati da uve estremamente diverse tra loro, e da porzioni di territorio con caratteristiche anche opposte tra di loro, ma credo che puntare su una varietà principale sarebbe un elemento di chiarezza e che potrebbe anche creare una sorta di circolo virtuoso tra le cantine. Riflessioni che ho fatto per altri vini in passato e che mi sono tornate alla mente dopo aver assaggiato il Pinot Bianco di un piccolissimo produttore di Foiana, Hubert Wieser.

I vigneti sono a 600 metri, in una zona dove l’escursione termica è particolarmente presente. Direi che è un pinot bianco classico, pulito e minerale, nel quale si riconoscono le note di agrumi, mandorla e spezie. Garbato anche alla beva, è lungo, sapido e finisce su ricordi di erbe, menta in particolare e spezie dolci. Non mi stupirei se il vino migliorasse e di molto dopo cinque o sei anni di bottiglia. Cercatelo.

Alto Adige Pinot Bianco La Traversara 2021 Wieserhof
(88/100)

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