Ho bevuto il mio primo Villamagna, ed è molto buono

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Il disciplinare della doc abruzzese Villamagna, riconosciuta nel 2011, stabilisce che la zona di produzione comprende il territorio comunale di Villamagna, in provincia di Chieti, e una parte dei territori confinanti dei comuni di Bucchianico e Vacri, con specifico riferimento, in questo caso alle zone circostanti la collina nota come La Torretta, situata nel comune di Bucchianico. Così leggo, e aggiungo che in quella doc ci si fa solo vino rosso, usando integralmente o quasi le uve della varietà montepulciano. È una specie di enclave, insomma, dello sterminato dominio della denominazione del Montepulciano d’Abruzzo, dalla quale i produttori locali si sono voluti affrancare just in time prima che approvare nuove doc diventasse difficilissimo, intendendo l’Unione europea avocare a sé la questione. Molto di più non so, dato che a Villamagna e nel microscopico areale della sua denominazione di origine non ci sono mai stato direttamente. La zona l’ho solo vista di lontano, durante una recente visita estiva in Abruzzo.

In realtà, ne scrivo perché ho appena bevuto un Villamagna. Il mio primo Villamagna. Lo produce una piccola cooperativa (piccola in confronto ai colossi cooperativi abruzzesi) che si chiama Piandimare. Sono una settantina di soci con un paio di centinaia di ettari di vigne, del tutto prevalentemente orientate alla produzione di uve montepulciano, in parte provenienti da ceppi derivati da un interessante lavoro di selezione massale che ha consentito di identificare un particolare montepulciano cui è stato dato il nome di piandimare. Il vino, mi dice un comunicato che ho ricevuto dalla cooperativa, “era in cantiere da molto”, fin dalla nascita della doc, “ma solo ora il lavoro svolto in vigneto e in cantina è stato ritenuto congruo“. Una dichiarazione impegnativa, che però ho trovato giustificata, perché il Villamagna di Piandimare è un rosso di cui non escludo che si possa sentir parlare parecchio, in futuro. Insomma, mi è piaciuto.

Nel calice si presenta con il classico colore rosso della ciliegia maturissima, tipico della varietà, così bello e brillante che ti fa voglia di bere subito un sorso. Il tannino è deciso, marcato, caratteriale, eppure non impedisce lo sviluppo della doppia anima fruttata (la marasca, altrettanto classica) e floreale del vino di farsi largo e, alla distanza, perfino di imporsi. Ha un considerevole equilibrio, testimoniato anche dal fatto che il calore dei 14 gradi di alcol nemmeno si avverte. Un vino molto giovane, che sicuramente beneficerà di almeno un anno ancora di vetro, guadagnandone in eleganza e in complessità.

Insomma, buona la prima, come si dice nel cinema. Dunque ripeto e insisto che è un vino che potrà farsi notare.

Villamagna 2019 Piandimare
(90/100)