Che meraviglia questa Retsina (naturale)

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Siete di quelli che non vedono l’ora che arrivi l’estate per andare a trascorrere qualche giorno di vacanza in un’isola greca? Oppure siete, come me, dei viaggiatori stanziali che amano viaggiare con la fantasia e con i miti della letteratura? Nell’uno e nell’altro caso, questo è il vino che fa per voi (per noi): la Retsina di Kamara Estate, produttore “naturale” con sede a Oreokastro, nell’unità regonale di Thessaloniki. Ora, è vero che in Grecia la Retsina ve la propongono ovunque, ma questa qui è semplicemente golosissima, con quelle note decise e rinfrescanti e corroboranti e avvincenti e linde di salvia, di mentuccia, di rosmarino e di assenzio che le vengono conferite dall’infusione, nel mosto in fermentazione, della resina di pino d’Aleppo proveniente dall’isola di Eubèa o Èvia, oppure, se preferite l’antica dizione veneziana, di Negroponte. Gli agrumi e il gelsomino, invece, sono eredità dell’uvaggio di rhoditis, un’uva da vino greca dalla buccia rosa, e di assyrtiko, bianca. Il sale – e di sale ce n’è – è figlio del territorio.

Dicevo della propensione “naturale” del produttore. In campagna si praticano la biodinamica e la permacoltura, favorendo la proliferazione della biodiversità vegetale e anche di quella animale. Durante la raccolta, si fa una cernita stringente delle uve, scartando quelle che non siano perfettamente sane. In cantina le fermentazioni sono innescate spontaneamente, gli interventi enologici sono ridotti al minimo e il vino non viene filtrato prima dell’imbottigliamento, ma il controllo delle temperature e dell’andamento delle vinificazioni è certosino. Assaggi costanti e altrettanto assidue analisi di laboratorio garantiscono la franchezza dei vini: i difetti non sono ammessi. Del resto, la preparazione tecnica del titolare, Dimitrios Kioutsoukis, è solidissima. Diplomatosi in ingegneria chimica al politecnico di Thessaloniki, ha lavorato alcuni anni nel campo farmaceutico e poi è andato a specializzarsi al dipartimento di viticoltura ed enologia della California University, a Davis (fu dopo quell’esperienza che decise di piantare undici ettari di vigna sui pendii dell’antica regione delle Mygdonia, dove la viticoltura storica era stata abbandonata con l’arrivo della fillossera). La figlia Stavroula, poi, è agronomo ed enologo. “Il nostro obiettivo – dicono – è quello di produrre dei vini autentici e vibranti, fatti in piccole quantità, con i minori interventi possibili, in modo che esprimano il terroir e la filosofia del vignaiolo con un ampio spettro di profumi e un profilo aromatico complesso che evolve e cambia costantamente”. Una dichiarazione ambiziosa? Può darsi, ma il risultato che ho avuto nel calice testimonia che i risultati avvicinano molto gli intenti.

On line, trovate questa magnifica Restsina intorno ai 12 euro. Con poco denaro vi portate a casa tremila anni di storia della viticoltura greca. È quel che ho fatto io.

Retsina Kamara, Kamara Estate
(90/100)

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