Il Chiaretto secondo Gianfranco Comincioli

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I vini e gli oli di Gianfranco Comincioli, vignaiolo e olivicoltore della riviera lombarda del lago di Garda, si possono e probabilmente si devono discutere fin che si vuole, perché tutto sono meno che convenzionali, ed anzi mirano a una personalità anticonvenzionale. Per esempio, lui è da sempre un chiarettista convinto, ma il suo Chiaretto è una sorta di ultimo dei Mohicani o giù di lì, perché non ci ha mai pensato di farlo rientrare nelle doc del Garda Classico prima o della Valtènesi poi, preferendo invece la vecchia – e in via di estinzione – denominazione Riviera del Garda Bresciano. Sotto quest’insegna è uscito anche nel 2015, che è forse l’ultima annata per la vetusta doc, dato che si va verso una ridefinizione del complesso corpus delle menzioni geografiche della sponda occidentale del Benaco. Ma è anche uscito di nuovo con un Chiaretto extra dry che non si può chiamare Chiaretto semplicemente perché la doc bresciana non prevede la tipologia spumantizzata del rosato rivierasco, ma altro non è – dichiaratamente – che la versione con le bolle del Chiaretto. Trattandosi dunque, di fatto, della stessa base per entrambi i vini, non starò a dilungarmi sui vitigni, che sono il classico quartetto della Valtènesi, ossia groppello, barbera, marzemino e sangiovese. Passo invece ai due assaggi, anticipando però che mi sembrano seguire una via chiarettista a modo loro (c’era forse qualche dubbio?), votata alla morbidezza e anche però alla finezza, discosti da quella linea del mix di fruttino e spezia che prevale in zona. Insomma, un’idea atipica del Chiaretto, e in questo tipica del pensiero di Gianfranco Comincioli.
Riviera del Garda Bresciano Diamante 2015 Comincioli
Il colore mi fa venire in mente il rosa del rosolio, intendendo il liquore che si fa con i petali della rosa. Proprio quello, ed è evocativo, direi. Perché i profumi portano memorie di melagrana e di mela asprigna, ma anche di rose (eccole lì) e perfino, appena accennate, di erbe alpestri. Al palato vince – come dicevo – la morbidezza, tenuta però in equilibrio dal sale e dalla stoffa.
(86/100)
Vino Spumante Extra Dry Rosato Comincioli
Il sito di casa Comincioli dice che questa bollicina “nasce dalla vinificazione del rosato Diamante, senza zuccheri e lieviti aggiunti”. Ma qui la morbidezza del Diamante s’esalta, e l’extra dry si conferma una tipologia potenzialmente interessante per le bolle rosa benacensi. Dunque, avvolgenza vellutata e fiori e ancora croccantezza di mela. Disimpegnata, piacevolissima, atipica beva estiva.
(87/00)

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