Il vino rosa è il vino più difficile da fare che ci sia

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“Mi dichiaro colpevole. Mi dichiaro colpevole, aggiungo, di gustarmi il puro piacere di questi vini”. Lo confessa Cathy Huyghe su Forbes a proposito dei rosé, e dunque mi dichiaro colpevole anch’io, se questa è colpevolezza. Che poi, appunto, il vino rosa mica stai lì a intellettualizzarlo o a pensarci troppo sopra. Lo bevi, ti piace berlo, e tanto potrebbe bastare. “Lo fanno, e amo stare seduta con loro ad amare insieme con loro il vino che abbiamo nei calici”, dice, e aggiunge che si potrebbe mettere il punto qui.

Però. Però c’è qualcos’altro da dire, ed è in favore di chi fa questi vini, i vini rosa, perché “non è facile come sembra”. E Cathy cita la winemaker americana Ashley Trout, che dice che “il rosé è, tecnicamente, il vino più difficile da fare che ci sia”. Non c’è nessun margine di errore, non puoi fare alcun ritocco in cantina. E il tempo è la variabile meno disponibile che hai. Non puoi sbagliare col tempo di vinificazione, quando fai un vino rosa. “Dicono che i racconti brevi siano i più difficili da scrivere, ché ogni singola parola in quel caso conta tantissimo. Avverto che sia lo stesso nella produzione del rosé”, dice Ashley Trout, ed è un pensiero che mi piace un sacco, che narra la vera essenza del fare vino rosa.