Chi fa vino biodinamico ha problemi di corna

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Se dico che chi fa vino biodinamico ha problemi di corna, lasciate perdere ogni illazione boccaccesca e concentratevi esclusivamente sul senso letterale dell’affermazione. La questione è che mancano le corna, quelle di vacca, che sono essenziali per ottenere uno dei preparati fondamentali della biodinamica, il cosiddetto cornoletame.

Le corna di vacca mancano per due motivi. Il primo è che la selezione genetica sta portando a favorire lo sviluppo di razze prive di corna. Il secondo è che negli allevamenti si fa uso della decornazione dei vitelli. L’intento dichiarato è quello di prevenire ferite tra gli animali in stalla e di evitare possibili problemi al personale addetto alla mungitura. Ora, il mio obiettivo, qui, non è quello di discutere se queste pratiche siano giustificate oppure no. So solo che in Svizzera si è cercato di abolirle con un referendum e che il referendum è stato bocciato. Quel che voglio invece dire è che le corna di vacca sono fondamentali, in biodinamica, per produrre il “preparato 500”, quello fatto col letame di vacca messo dentro a un corno anch’esso di una vacca che abbia partorito almeno una volta e poi sotterrato fino intorno al tempo pasquale. Se ne ricava un composto insostituibile per gli usi agricoli coerenti col credo steineriano.

Adesso però le corna di vacca cominciano a scarseggiare, il che è un guaio, essendo invece crescente il numero dei viticoltori e degli agricoltori che si danno alla biodinamica (e io, senza discutere certi lati – come dire – “esoterici” della cosa, dico “per fortuna”, e questo mio “per fortuna” si basa sul fatto che buona parte dei vini che più mi sono piaciuti nell’ultima ventina d’anni sono opera di vignaioli dediti alla biodinamica). Soazig Cornu, coordinatrice del Mouvement de l’agriculture bio-dynamique in Francia, ha raccontato a La Revue du Vin de France che ormai i nove decimi delle mandrie bovine francesi sono privi di corna. L’approvvigionamento così diventa sempre più difficile. Una rogna. Che – mi si permetta di chiosare – mette però ancora di più in luce come in fondo, in agricoltura, gli uni abbiano bisogno degli altri per raggiungere un equilibrio virtuoso. Ecco, il problema vero è trovare un equilibrio.