VinNatur e il tempo della territorialità

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Ho avuto la fortuna di essere uno dei quattro italiani a far parte del gruppo di quindici wine writer che per due giorni hanno assaggiato i vini delle aziende aderenti a VinNatur, l’associazione di produttori “naturali” guidata da Angiolino Maule. Parlo di fortuna perché si è trattato di una degustazione ad ampio spettro, in un ambiente che permetteva la concentrazione, seduti, bottiglie “oscurate”, con assaggio alla cieca. Insomma, un contesto del tutto differente rispetto a quello usuale nelle varie fiere dei vini “naturali”, dove si sta in piedi davanti al banchetto del vignaiolo, in mezzo al frastuono e alla ressa.

La degustazione ha avuto esiti che ritengo sorprendenti sia per chi assaggiava, sia per gli stessi produttori. Lo dice chiaro e tondo Angiolino Maule: “In questi anni siamo sempre stati abituati a fare i nostri vini e ad assaggiarli tra di noi, pensando che fossero i più buoni del mondo. Era arrivato il momento di aprirci al mondo esterno, di metterci in discussione, con una degustazione senza preconcetti, dedicata anche a chi fino a poco fa ci osservava a distanza. Io stesso ero convinto di fare dei vini sopra le righe, ma mi sono reso conto che spesso anch’io mi faccio condizionare dal mio gusto. Questo confronto mi ha dato sicuramente stimoli per migliorare nel mio lavoro. Al contempo mi sprona anche ad incitare tutti i nostri associati. Dopo aver imparato a fare vini salutari, ora dobbiamo imparare a farli più buoni”.

Quando Angiolino Maule sostiene che i vini “ora dobbiamo imparare a farli più buoni” bisogna interpretarlo correttamente. Parlare della necessità di fare vini “più buoni” non significa che i vini assaggiati avessero quei “difetti” che sono tanto spesso pregiudizialmente attribuiti al mondo “naturale”, ossia riduzioni, volatili e via discorrendo. Nossignori, ormai quegli errori appartengono alla preistoria “naturalista”, almeno per la quasi totalità dei soci di VinNatur. Semmai il problema è un altro. Semmai il problema è che molti vini, e parlo soprattutto dei rossi e in parte degli “orange”, rasentano una cesellatura stilistica che tende ad omologarli. Insisto, soprattutto nei rossi troppo spesso si fa fatica a scovare il carattere territoriale, con quelle sovramaturazioni del frutto che tendono ad appiattirli su un modello unico, a prescindere dalla zona di produzione e dal vitigno. Ma un vino “naturale” che non sia anche “territoriale” è un problema, e lì si deve dunque lavorare.

Oh, questo non vuol dire che di vini assolutamente “territoriali” non ce ne fossero, Anzi. Ma, come dice il comunicato ufficiale di VinNatur, “la naturalità dei vini è ormai un fatto assodato e implicito; si sta lavorando per ottenere produzioni di altissimo livello, che rappresentino al meglio il territorio di provenienza”. Bene, ci siamo, il nodo è quello.

Dalle degustazioni che abbiamo fatto sono emersi diciassette vini che hanno particolarmente impressionato la media degli assaggiatori “per equilibrio ed eleganza”: cinque rossi, cinque bianchi, cinque vini con le bolle e due fuori categoria. Li riporto qui di seguito. Senza commenti, perché si tratta di risultati nati dalle valutazioni assegnate da tutti quelli che assaggiavano, non di una mia personale graduatoria. Ce ne sono stati vari altri che a me sono molto piaciuti e che qui non trovate, perché, vivaddio, il piacere del vino è soggettivo, e dunque non a tutti piacciono gli stessi vini. Per fortuna.

Bianchi

  • Piemonte, Carussin di Bruna Ferro, Il Carica L’Asino Vino da Tavola
  • Abruzzo, Tenuta Terraviva, 2015 Mario’s 43 Trebbiano d’Abruzzo Superiore
  • Emilia Romagna, Lusenti, 2012 Bianca Regina Colli Piacentini
  • Veneto, Il Cavallino di Maule Sauro, 2016 Pri Veneto Garganega
  • Lombardia, Fattoria Mondo Antico, 2016 Perpolio Collina del Perrione

Rossi

  • Piemonte, Barale F.lli, 2014 Castellero Barolo
  • Veneto, Ca’ Lustra, 2013 Natio Colli Euganei Rosso
  • Toscana, Podere Erica, 2014 Il Picchio Toscana
  • Veneto, Santa Colomba, 2016 Il Moro Veneto
  • Abruzzo, Tenuta Terraviva, 2014 Lui Montepulciano d’Abruzzo

Spumanti e frizzanti

  • Veneto, Meggiolaro Vini, 2014 Corte Roncolato Durello Spumante Metodo Classico
  • Lombardia, Cà del Vént, 2013 Sogno Blanc de Blancs Pas Operé
  • Lombardia, Pietro Torti, Cruasé Pinot Nero Rosé Oltrepò Pavese
  • Lombardia, Ravarini, 2013 Franciacorta Millesimato 41 mesi sui lieviti
  • Emilia Romagna, Il Farneto, 2013 Rio Rocca Brut Nature Emilia

Fuori categoria

  • Veneto, Ca’ Lustra, 2015 Zanovello Fior d’Arancio Passito
  • Sicilia, Dos Tierras Badalucco de la Iglesia Garcia Pipa, 3/4 Pre British