Vinitaly, arriva la guida dei Vini Rosa con Slow Wine

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Mi pare ovvio che la notizia sia di quelle che mi fanno strapiacere: nasce la guida I Migliori 100 Vini Rosa d’Italia”, edita da Slow Food e curata da  Fabio Giavedoni e Giancarlo Gariglio, che sono anche i curatori anche della guida Slow Wine. La presentazione è lunedì 8 aprile, alle ore 15, presso la sala convegni dell’area istituzionale della Regione Puglia, al padiglione 11 di Vinitaly. Conto di esserci.

La notizia mi fa piacere perché ce n’è bisogno, qui da noi, di materiale che informi e formi su questa tipologia di vini e mi fa piacere perché già dal titolo si parla di “vini rosa”, che è la dizione giusta. “In tutto il volume – ha spiegato Giavedoni in un intervento sul sito di Slow Wine – abbiamo utilizzato il termine vini rosa e non il nome più comunemente usato per definire questi prodotti – che tutti chiamano in genere ‘rosati’ – perché crediamo che ‘rosato’ sia inadeguato per due importanti motivi. Il primo è legato alla semantica dei colori. È vero e inconfutabile che i vini rossi sono di colore rosso; qualche problema di definizione sorge con i bianchi, perché questi sono in genere di colore giallo e non propriamente bianco. Da poco poi, prima negli Stati Uniti e in seguito da noi, sono stati riconosciuti – con appositi spazi nelle carte dei vini – anche gli orange, ovvero vini da uve bianche macerate che appaiono di colore arancione, più o meno scuro, nel bicchiere. Comunque sia, se i rossi riportano al colore rosso, e i bianchi al colore bianco, perché i vini rosa vengono definiti rosati, quando questo termine non indica il colore, che per tutti è rosa e non rosato (la rosa è rosa, la cravatta è rosa, l’auto è rosa, tutto è rosa se ha questo colore: nulla viene definito come rosato)? Il secondo motivo riguarda invece la confusione che si potrebbe creare quando si comprende e si parla della totalità dei vini di colore rosa: molti di questi vengono definiti in etichetta Rosato (siano essi Doc, Igt o Vini da Tavola), altri invece si chiamano Chiaretto, oppure Cerasuolo, perché la tradizione e la legge vigente li definisce in questo modo. Se adottassimo il termine “Rosato” per definire ogni vino rosa prodotto in Italia escluderemmo in sostanza queste altre denominazioni, che invece a pieno titolo entrano nel fantastico e variegato mondo dei vini rosa”.

Evviva, spiegazione efficace, che condivido in toto.

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