I vini rossi metteteli in frigo, accidenti!

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Se pensate che la “temperatura ambiente” sia qualunque temperatura che si legge sul termostato di casa vostra, be’, vi sbagliate di grosso. Si tratta solo di uno stupido modo di dire: non ha niente a che fare con la stanza nella quale tenete il vino. Quella della “temperatura ambiente” è un’idiotissima formula che trae in inganno e non è per niente da rispettare, perché altrimenti finirete per conservare il vino rosso sugli scaffali dei ristoranti o negli armadietti del soggiorno, in stanza surrisscaldate, e così lo berrete che sembra un vin brulé, ma peggio del vin brulé perché almeno in quello si è bruciato l’alcol e si sono aggiunte le scorze di agrumi e le spezie.

The Right Red Wine Temperature Is Cooler Thank You Think” titola un bellissimo articolo di Emily Schultz su Basically, una rubrica del magazine americano Bon Appétit. Proprio così, la temperatura di servizio corretta del vino rosso è più bassa di quel che pensi. Giusto! E l’esercizio mentale suggerito è questo: guardate il vostro frigo, poi guardate il vostro scaffale del vino, e se il vino rosso è sullo scaffale, be’, spostatelo nel frigo, perché quasi di sicuro siete tra coloro che lo stappano quando il vino è troppo caldo. Facile no? E allora fatelo.

Il problema è che la gente ha una sua percezione diretta della “temperatura ambiente”, perché in quel determinato “ambiente” ci vive in quel preciso momento, e dunque dire che il vino rosso va bene alla “temperatura ambiente” è fuorviante, perché porta a pensare che il vino debba avere la stessa temperatura dell’ambiente in cui viene bevuto. Sarebbe meglio insegnare che va bevuto più fresco della “temperatura ambiente”. Così è meno difficile da capire, o no?

Come si fa ad avere un vino a una temperatura più bassa di quella dell’ambiente? Mettendolo in frigo. Semplice. E se l’obiezione è che non c’è abbastanza tempo per mettere in frigo il vino prima di berlo, allora tenetelo in frigo e tiratelo fuori prima di berlo: se è estate o se la stanza è caldissima si riscalderà in fretta e lo berrete gustandolo al massimo del suo potenziale.

Be’, io credo che articoli come quello che ha scritto Emily Schultz facciano un gran bene al vino, servano tantissimo a diffondere la cultura del “buon vivere”. Con un pizzico di ironia e di sana leggerezza, che sono toni che troppo spesso mancano del tutto nel mondo del vino.

Leggetelo quell’articolo. Gustatevelo. Perché, come ci sta scritto, “è così semplice, basta togliere dal frigo il barattolo di senape e metterci una o due bottiglie di Beaujolais. Mi ringrazierete dopo”. Io la ringrazio subito, Emily Schultz.