I vini moderni non durano

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I grandi vini del passato erano fatti per invecchiare a lungo. Quelli moderni non durano. Sono costruiti nell’ottica del breve periodo. Buoni da bere subito, e poi addio. Certo, non si può assolutizzare, ma sono convinto che in buona parte dei casi, in Italia come nel mondo, sia così. Il fatto è che se a esserne convinto sono io, la cosa conta poco, però se a dire le stesse cose è un editorialista di Wine Spectator, che è la rivista più influente che ci sia al mondo per quel che riguarda il vino, allora la cosa ha il frastuono di una bomba.
L’editorialista in questione è Matt Kramer, che per me è una delle più brillanti menti pensanti della critica vinicola mondiale. Su Wine Spectator ha detto proprio così: “La maggior parte dei vini di oggi – non tutti, attenzione – raggiungeranno il loro punto di non ritorno nell’invecchiamento dopo appena cinque anni di sosta in cantina successivamente alla commercializzazione. Estendete l’arco temporale a dieci anni di invecchiamento aggiuntivo e ritengo probabile che ricomprenderete un buon 99 per cento dei vini di tutto il mondo, e non importa quanto siano reputati o costosi”. Sono – osservo – virtù che tuttavia decadono in fretta. Più in fretta che un tempo.
Cavolo, sì, è una bomba, soprattutto per il mercato anglosassone, che ha un grande numero di collezionisti di vino, che spendono fortune per comprare i cosiddetti fine wines.
Ma Kramer, anziché ravvedersi, rincara la dose: “I vini di oggi sono costruiti per evolvere più rapidamente che i vini fatti decenni fa, pur conservando tutte le virtù dei loro antenati, oppure – e questo può sorprendervi – avendone anche di più”.
Perbacco, occorre rifletterci. Parecchio.


1 comment

  1. Paolo Menapace

    Anche secondo il mio modesto punto di vista, i vini di oggi durano meno, il perche, credo, sia dovuto al cambiamento del clima, le Uve maturano prima vorrei dire più in fretta del passato, i vino nascono ( non in tutte le zone) o tipologie già di pronta beva.

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