Vinapogée, il vino (francese) al momento giusto

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Una degustazione diversa, dedicata a vini (come suggerisce il nome) arrivati al loro apogeo. La brochure spiega così l’idea da cui è nato l’evento: “Conservatelo qualche anno, era la frase preferita dai produttori e mercanti di vino. I nostri padri sapevano attendere, accarezzare con lo sguardo queste bottiglie nelle loro cantine… per aprirle al momento giusto. Nel momento nel quale l’urgenza e la velocità regnano, tutto questo ha ancora un senso?”

Visto che provare è meglio che promettere, tutti i vini presentati a Vinapogée sono stati giudicati così da coloro che li hanno creati e che li hanno fatti assaggiare. Vediamo alcuni dei produttori più interessanti.

Domaine de la Bégude – Bandol
Bandol Rosé 2006
. Un vino spettacolare, gli aromi virano verso gli idrocarburi, l’arancio candito e la granatina. Lungo e complesso, è ancora piacevolissimo, un grande vino. (94/100)
Bandol Rouge 2001. In magnum. Ancora molto colorato, odora di olive, macchia mediterranea, rivelando così il suo carattere sudista. Il palato ha freschezza e maturità, è voluttuoso e dinamico, grazie ai vigneti tra i più alti della denominazione. (93/100)
Bandol Rouge la Brulade 2007. Si tratta di un singolo vigneto di meno di mezzo ettaro. Denso, giovane e floreale, ha appena iniziato una lunga carriera. Potenziale immenso. 95

Vignobles Brumont – Madiran
Château Bouscassé Madiran Vieilles Vignes 1998
. La sua evoluzione sembra solo abbozzata, rimane statico sulla impressione di tannicità e un frutto che fatica ad uscire. Si farà mai? (84/100)
Château Montus Prestige Madiran 2008. Un vino più completo e rotondo, resta l’impressione di tannini non perfettamente risolti. (85/100)
Château Montus Madiran La Tyre 2008. Un vino che non ho capito, troppo massiccio e tannico, la ricerca della concentrazione resta fine a sé stessa. (83/100)
Château Montus Madiran XL 1998. Qui c’è più frutto, la densità tannica si sposa meglio alla materia. Uno stile che ricerca l’effetto speciale. (87/100)
Château Montus Madiran 2003. In mathusalem. Paradossalmente il vino migliore è il semplice base. Ha tabacco, spezie, frutto fresco e tannini ben integrati. (89/100)

René Bouvier – Bourgogne
Marsannay Clos du Roy Vieilles Vignes 2006
. Un vino pronto, ha spezie, frutto e un palato leggero, senza troppa concentrazione. (86/100)
Gevrey-Chambertin Racine du Temps Très Vieilles Vignes 2005. Vigne di 90 anni che producono un frutto dolce, accompagnato da sentori di terra umida, fiori secchi, spezie. Al palato una nota marina e salata, un buon uso del legno, discreto e al servizio del frutto. (92/100)
Gevrey-Chambertin 1er Cru Petite Chapelle 2007. Qui invece l’apporto del legno è più pesante, il vino non riesce a toglierselo di dosso, moderno ma poco espressivo. (85/100)

Camin Larredya – Jurançon
Jurançon Blanc Au Capceu 200
3. Una delle migliori espressioni di questa denominazione per me preziosa. Ha un colore evoluto, note forti di tartufo bianco e di caramello. Ricco, tannico, ha lunghezza e un carattere vibrante che lo porta ad essere molto lungo. (92/100)
Jurançon Blanc Au Capceu 2005. Il frutto è più giovanile, meno confit del precedente. L’evoluzione è appena accennata. Domina un frutto tropicale ancora giovane, e poi una acidità quasi rabbiosa. (90/100)

Domaine Alain Chabanon – Montpeyroux
Montpeyroux Rouge Esprit de Font Caude 2007
. Una visione moderna e fresca del Languedoc. Tabacco e olive nere al naso, bella acidità e lunghezza. (86/100)
Montpeyroux Rouge Esprit de Font Caude 2004. Un frutto più dolce che sfuma nel tartufo nero, note di tabacco e una parte tannica più evidente ed asciugante. (83/100)

Chêne Bleu – Côtes du Rhône
Vin de Pays Vaucluse Blanc Aliot 2014
. Roussanne, grenache blanc, marsanne e viognier. Ha un bel frutto e una dimensione che ricorda il sud. (86/100)
Vin de Pays Vaucluse Blanc Aliot 2010. Nota pungente e minerale, idrocarburi e polvere da sparo. Ha invece una bocca fine e delicata, non alcolica. Una bella sorpresa e una evoluzione molto positiva. (89/100)
Vin de Pays Vaucluse Rouge Héloïse 2006. Per la maggior parte syrah, con aggiunte di grenache e viognier. Un fumé molto forte che diventa anche medicinale. Tipico ma non troppo elegante. (85/100)
Vin de Pays Vaucluse Rouge Héloïse 2007. Un anno più solare, il vino sembra gradire. Completo e minerale, ha frutto e un bel aroma di tartufo nero. Finale di rosa, molto buono. (90/100)
Vin de Pays Vaucluse Rouge Abélard 2006. Ha l’80% di grenache, 20% syrah. Carattere mediterraneo, rosmarino e erbe spinose. Caldo e alcolico, ha tannini abbondanti. Molta materia, tende a seccare il palato. (84/100)
Vin de Pays Vaucluse Rouge Abélard 2007. Più ridotto, un aspetto minerale e floreale, si apre con lentezza. Il frutto è maturo, anche i tannini sono più fitti e maturi. (88/100)

Domaine Du Clos des Fées – Roussillon
Côtes du Roussillon Blanc Vieilles Vignes 2004
. Intenso, maturo, manca un po’ di freschezza ma sa restare fine. Ancora giovane. (86/100)
Côtes du Roussillon Villages Rouge 2006. Grenache, carignan, syrah e mourvèdre. Un vino che poteva benissimo fare a meno di tutto questo legno. Ha freschezza e materia ma il legno copre tutto. (84/100)
Côtes du Roussillon Villages rouge la Petite Sibérie 2001. Un vino iconico per il sud della Francia. Ha un frutto dolce e una concentrazione quasi esagerata. Morbido e avvolgente, ancora molto legno, mi sarebbe piaciuto un approccio meno interventista e più leggero. (87/100)

Domaine Cosse & Maisonneuve – Cahors
Cahors Les Laquets 2006
. Grande naso, una vision moderna del malbec. Frutto, fiori e un palato ancora giovane, da attendere ma con molta personalità. (88/100)
Cahors Les Laquets 2004. Più vegetale e minerale, forse una materia non delle più mature. In bilico tra tannici e morbidezza del frutto. (85/100)

Château Guadet – Saint-Émilion
Saint-Émilion Grand Cru 2008
. Elegante, pronto, ha ancora molto potenziale. Una versione semplice e non semplicistica. (85/100)

Clos Haut-Peyraguey – Sauternes
Sauternes 2007
. Gran naso sul miele, esotico, spezie dolci come lo zafferano. Caldo e ricco, non è tra i più delicati. Molto liquore. (87/100)
Sauternes 2005. Più complesso e completo. Una grande presenza, spezie, ananas, persistente. (93/100)

Paul Jaboulet Aîné – Côtes du Rhône
Hermitage Blanc Chevalier de Sterimberg 2009
. In magnum. Molto, troppo legno. E troppi solfiti. Grande Potenza ma resta amaro, da risentire forse tra 10 anni. (86/100)
Domaine de la Roure Crozes Hermitage Blanc 2005. 100% Marsanne di stile ossidativo. Strano, macerato, note di tè, paglia, terra e susina. Ha un suo fascino decadente. (85/100)
Domaine de Thalabert Crozes Hermitage Rouge 2008. Il terroir ha il sopravvento sulla varietà. Fine e leggermente tannico, minerale, molto giovane. (85/100)
Hermitage Rouge La Petite Chapelle 2001. Carne affumicata, pepe, cenere. Tanta potenza e una leggera evoluzione sulle spezie. Tannino nobile. (91/100)
Hermitage Rouge La Chapelle 2006. Uno dei vini più rappresentativi della denominazione. Inizia appena a evolvere, pepe, frutta matura, intenso e delicato grazie a un grande equilibrio. L’alcol non è debordante, finale di fiori e impressione di un grande avvenire. (93/100)
Hermitage Rouge La Chapelle 1999. Colore e aromi più evoluti. Rosa e violetta, spezie dolci, la classica vena affumicata. Spettacolare progressione, morbido e fresco, ha una complessità rara. Il terroir prevale su tutto il resto, si resta ammirati. (96/100)

Domaine Charles Joguet – Chinon
Chinon Rouge Les Varennes du Grand Clos 2008
. Minerale, mirtillo e grafite, ancora giovanissimo e tannico. Potenziale. (87/100)
Chinon Rouge Les Varennes du Grand Clos 2006. Più aperto, molto frutto, meglio il naso, ancora chiuso e bisognoso di tempo. Serve pazienza. (89/100)
Chinon Rouge Clos du Chêne Vert 1998. Un angolo di Borgogna in Loira. Agrumi, vegetale, frutto, cenere, fiori secchi. Poi spezie e affumicato, insomma un gran naso. Uno dei più grandi cabernet franc che ho provato, esemplare e fine. (95/100)

Mouthes Le Bihan – Duras
Duras Rouge Les Apprentis 2001
. Tra il vegetale e il fumé, gradevole, frutta schiacciata. (85/100)
Duras Blanc Pérette et les Noisetiers 2003. Meglio il naso che la bocca, non ha molta tensione, un po’ agrumato. (84/100)

Philipponat – Champagne
Champagne Cuvée 1522 Grand Cru 2007
. Lievito di birra, note tostate. Bolla leggera e persistente, salino, lungo vivace senza essere troppo grasso. (89/100)
Champagne Cuvée 1522 Rosé 2007. Minerale, pietra focaia e ribes. Più stretto e corto, più fresco che maturo, ha però lunghezza. (86/100)
Champagne Grand Blanc 1999.  Solo chardonnay, dégorgé 2015. Complesso con molta finezza, si rivela fugace nel finale, manca di persistenza rispetto ai migliori. (85/100)

Pol Roger – Champagne
Champagne Brut Réserve
. Classico blend su base 2013. Da sempre uno dei migliori base, agrumato e acido, delicato e molto piacevole. (86/100)
Champagne Blanc de Blancs 2006. Complesso minerale e con tanti fiori. Si sente il gesso e il frutto. Generoso, ha la rotondità del frutto e la spinta della acidità. (91/100)
Champagne Brut Vintage 2004. Il 60% di pinot noir e 40% di chardonnay. Una grande complessità che rivela l’argilla e il frutto maturo. Un palato sofisticato, lungo, terroso e salino, una grande riuscita. (93/100)
Champagne Cuvée Sir Winston Churchill 2008. Serve ancora tempo, la bolla deve farsi più fine. Agrumi e frutta esotica, finale minerale. Molto lungo, potrebbe rivelarsi con gli anni. (91/100)

Domaine Rolly-Gassmann – Alsace
Alsace Pinot Noir de Rorschwihr 1988
. Evoluto, odora di tabacco e ha un vegetale monocorde. Interessante anche se ha passato il suo apogeo, finale fumé fin troppo insistente. (81/100)
Alsace Riesling Vendanges Tardives Kappelweg de Rorschwihr 2000. Un naso estroverso, tra idrocarburi e frutta esotica. Molta classe, delicato nonostante il residuo zuccherino. (93/100)
Alsace Auxerrois Rotleibel de Rorschwihr 2003. Più confit, impression di vino passito. Alcolico e potente, non ha una grande tenuta. (84/100)
Alsace Pinot Gris Vendanges Tardives Rotleibel de Rorschwihr 2007. Fine e delicato nonostante il frutto maturo. Albicocca, susine, nota di botrite e abbastanza dolce. (89/100)
Alsace Gewurtztraminer Vendanges Tardives Hagenau de Bergheim 2008. Suolo di marne e gesso. Esuberante, fichi, ananas Victoria, un palate dove la botrite induce a una bella nota amarognola, vino edonista e con un acidità magnifica. (92/100)
Alsace Geweurtztraminer Sélection de Grains Nobles Hagenau de Bergheim 2007. Il 90% delle uve attaccate da botrite nobile. Salino e fruttato, frutto della passione, funghi, elegante e lunghissimo. (93/100)

Château la Tour de L’Éveque – Provence
Côtes de Provence rouge Noir&Or 2007
. Frutto, ma c’è una sensazione di legno prevalente. (84/100)
Côtes de Provence rouge Noir&Or 2001. Oliva, rosmarino, sensazione di vino più evoluto e leggermente vegetale. Ancora tannico. (86/100)

Vieux Télégraphe – Châteauneuf du Pape
Châteauneuf du Pape blanc 2005
. In magnum. Mela matura e minerale, canella, leggermente monocorde, meglio al palato dove si beve bene. (86/100)
Châteauneuf du Pape Rouge 2001. In magnum. Molto buono, tra il fumé e lo speziato, vivo lungo e ancora giovane. (92/100)

Per teminare vi offro una frase di Jacques Puisais: “Per un vino giovane è una eresia parlare di bouquet. Questo si realizza con il tempo. È lo stadio superiore del vino. Quando arriva alla dimensione di bouquet, vi offre il suo nome e vi dice: sono nato nel tale posto e nel tale anno, e ti offro il mio bouquet. Dobbiamo saper cogliere i bouquet della vita attraverso il vino. Siamo nella dimensione della pazienza. Sfortunatamente in troppi vogliono per il vino un risultato immediato. In questo caso si sbagliano completamente”.