Viña Gravonia 2006, da restare senza fiato

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Dice il sito internet aziendale che nel 2006 le uve arrivarono in cantina con un potenziale del 12,8 gradi medi e con una buona concentrazione di materia colorante, “caratteristiche che sono imprescindibili per elaborare vini con vocazione all’invecchiamento, come tutti quelli della nostra casa”. Il fatto è che l’annata 2006 è quella in commercio adesso, perché lì i vini non solo hanno ottime prospettive di longevità, ma vengono anche commercializzati dopo anni. Insomma, escono quando sono “pronti” e quando escono sono già dei fuoriclasse.
Così, mi sono davvero goduto il Viña Gravonia del 2006, un bianco spagnolo della Rioja, opera della Bodegas R. López de Heredia Viña Tondonia. Un mito, e quest’annata lo conferma.
Fatto con le uve della varietà viura, ha un’elegante, austera, leggera sfumatura dorata che evidenzia l’età. Asciuttissimo, a ogni sorso è come compiere un viaggio senza fine tra le sfaccettature aromatiche che possono accompagnare un vino bianco, e dunque l’uva che sciocca sotto i denti, i frutti succosi dell’estate e la noce e il fieno di montagna e il sale e via e via, in un caleidoscopio di profumi, che te ne basta un sorso per essere preso, catturato, avvinto. E, sì, è un bianco che sa stare in tavola con tante cose, ma è a mio avviso soprattutto un vino che aiuta la conversazione e il pensiero. Prestandogli l’attenzione che gli si deve. Per restare senza fiato.
Rioja Viña Gravonia 2006 Bodegas R. López de Heredia Viña Tondonia
(97/100)

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