Vacheron, per avere un punto di riferimento a Sancerre

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Era da molto tempo che desideravo visitare uno dei miei punti di riferimento a Sancerre. Il domaine Vacheron. Si tratta di una proprietà non proprio piccola. Copre 48 ettari, disposti solo sulle migliori colline della aoc Sancerre. È anche uno dei pionieri della agricoltura biologica e biodinamica, il primo della denominazione.

Con Jean-Dominique ho potuto verificare l’eccellente posizione dei vari vigneti e la cura maniacale con cui sono lavorati. Anche se ormai sembra una frase fatta, qui conta il vigneto. Ogni versante è diverso e richiede attenzioni particolari per raggiungere la giusta maturazione. Questo comporta anche una vinificazione per parcella e una gamma di vini da singolo vigneto. In cantina si fa il minimo possibile. Per i rossi vengono usate botti vecchie di alcuni anni, provenienti dal Domaine de la Romanée Conti. I bianchi invece vanno in botti più grandi. In nessun caso si usano legni nuovi.

Ecco i vini che ho assaggiato.

Sancerre Blanc 2016. È il vino più rappresentativo, sintesi di suoli di silex che guardano la Loira, più minerali, e calcarei, che danno uve più fruttate a agrumate. Facile d’accesso, ancora molto giovane, non è ancora l’ora di aprirlo. Pazientare. (87/100)

Sancerre Blanc Guigne-Chèvres 2015. Suoli di gesso con esposizione nord-est. I vini hanno qui mineralità e un palato morbido. Il 2015 sarà ricordato come un anno atipico, particolarmente caldo. Naso di frutta secca (segnale dell’annata), lavanda, melone. Non ha la tensione delle grandi occasioni, anche se in finale l’acidità si manifesta e riesce a dare vivacità all’insieme. (89/100)

Sancerre Blanc Chambrates 2014. Suolo di calcare con argille rosse, produce vini con molto spessore che sono in genere pronti prima. La 2014 è stata una grande annata. Il naso è minerale, terroso con note di torba. Lo potrei definire una essenza del grande Sancerre. Serio e un po’ chiuso, ha una grande tensione verticale con sfumature vegetali nobili. Molto equilibrato. (92/100)

Sancerre Blanc Le Pavé 2014. Terreni esposti a est, suolo di marne e argille profonde. Nascono dei vini più alcolici e potenti. Frutto maturo che ricorda il melone e l’ananas. Una freschezza magnifica, forse il naso più inebriante della serie. Un palato denso, largo e quasi tannico in finale. L’acidità arriva in finale a nobilitare l’insieme. (93/100)

Sancerre Blanc Le Grand Clos 2014. Il vigneto si trova vicino al centro del villaggio, esposto a sud. Vigne a piede franco. Il vino più minerale, e quello più bisognoso di tempo. Note di sottobosco, pepe verde, pera. Delicato e fine, ha una dinamica diversa da tutti gli altri. Finale di miele e pietra focaia. Magnifico. (95/100)

Sancerre Blanc Le Pavé 2013. Annata molto completa che però ha richiesto molto lavoro per pulire i grappoli dal marciume. Un naso meno preciso, che ricorda l’ananas. Fruttato, senza però la complessità dei migliori. Improvvisamente però il vino si risveglia dal torpore e diventa vivo e brillante. Un andamento sorprendente. (90/100)

Sancerre Rouge 2015. Speziato, frutta e fiori freschi, un gran naso. Finezza confermata da una bocca vivace e fruttata. Facile e divertente. (86/100)

Sancerre Rouge Belle Dame 2015. Serio e compatto, naso profondo. Ha molta materia, il vino prende tutto il palato con una lunghezza impressionante. (93/100)

Sancerre Rouge Belle-Dame 2014. Sensazione fumé, un vino meno immediato e più cerebrale del precedente. Ha bisogno di più tempo, ma ha una gran classe. (92/100)